sabato 30 dicembre 2017

CHI E' CAPACE DI NEGARE LA VERITA'?


Quando dico che Cristo e' la Verita' mi sento rispondere quasi sempre: "Questo lo dici tu, questa e' soltanto la tua verita'." Eppure non e' cosi'. Che Cristo sia la Verita' non l'ho detto io, l'ha detto proprio Lui. In nessun'altra religione c'e' mai stato qualcuno che abbia affermato con tanta forza, convinzione e autorita': "IO SONO VIA, VERITA' E VITA". Dunque non solo "Verita'" ma anche "Via e Vita". Questo non lo ha detto Maometto, non lo ha detto Mose', non lo ha detto Budda e nemmeno in tutti i 73 libri della Bibbia vi e' qualcun altro che abbia osato proclamare qualcosa di cosi' decisivo e solenne. Il problema che si pone oggi, in un tempo in cui si tende a negare l'assoluto per favorire una visione individualistica dell'esistenza, non e' quello di lasciare ad ognuno la liberta' di credere in cio' che vuole. Il problema, o meglio la sfida, e' riuscire a dimostrare che Gesu' ha torto nel dire quello che ha detto. Dunque chi nega che Gesu' Cristo sia la Verita' deve essere capace di attaccare frontalmente questa Verita' e deve essere capace di trovare degli argomenti che siano all'altezza di metterla in dubbio.









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sabato 23 dicembre 2017

BUON NATALE!

Che la Luce della Pace e della Verita' illumini sempre i nostri cuori!
Buon Natale di Nostro Signore Gesu' Cristo a tutti voi e alle vostre famiglie.

Buon Natale
Merry Christmas
Feliz Navidad
Joyeux Noël
Frohe Weihnachten
Feliz Natal
عيد ميلاد سعيد












venerdì 22 dicembre 2017

LA LINEA RETTA E IL SEGMENTO




Per capire che tipo di rapporto intercorre tra noi e Dio potremmo ricorrere ad una piccola metafora geometrica. Tutti abbiamo imparato a scuola che la linea retta e' infinita. E tutti sappiamo che invece il segmento e' la parte di una retta delimitata da due punti. Ecco: il Signore e' come una linea retta, non ha inizio e non ha fine. Noi esseri umani invece siamo come i segmenti, parti di questa linea retta. Noi siamo in Dio e Dio e' in noi. Di questa linea infinita entrano a far parte le nostre esistenze e le nostre anime; in essa le nostre anime diventano parte di qualcosa che non ha inizio e non avra' mai fine.



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giovedì 21 dicembre 2017

LA LEGGE SUL BIOTESTAMENTO E IL NUOVO GIURAMENTO DI IPPOCRATE



Riguardo alla legge sul Testamento biologico, approvata dal Senato il 14 dicembre u.s., preferirei non esprimere alcuna opinione personale in quanto otterrei solo l'effetto di infiammare ancor piu' le polemiche di queste ore. Vorrei pero' far notare che, oltre ad obbligare i medici ad accettare "obtorto collo" una nuova concezione dell'etica professionale, e cioe' far convivere il dovere di salvare una vita con quello di "sopprimere" una vita, c'e' una nuova esigenza che si presenta a coloro che hanno ratificato il famoso "Giuramento di Ippocrate", quel solenne giuramento (redatto in chiave moderna) che i medici sono tenuti a pronunciare prima di dare inizio alla propria attivita' professionale. Il suddetto giuramento, deliberato dal comitato centrale della "Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri" il 23 marzo 2007, elenca una serie di impegni che il futuro medico "giura" di rispettare, tra cui:
" Giuro di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale", e ancora: "Giuro di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona".
Dunque, in seguito alle novita' introdotte dalla legge che estende a tutti i cittadini la possibilita' di optare per un rifiuto del trattamento terapeutico in caso di gravi patologie, e che obbliga di fatto i medici ad uccidere un paziente su richiesta del medesimo o di un suo tutore, si rende necessario apportare delle modifiche anche al testo del famoso giuramento, mutando radicalmente la prospettiva deontologica e morale del medico, il quale sara' costretto ad impegnarsi solennemente sia a salvare la vita dei suoi pazienti, sia a sopprimerla.







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domenica 17 dicembre 2017

UN RICORDO DI MIO PADRE

Voglio scrivere un piccolo ricordo del mio papa' che e' volato in Cielo il 23 novembre scorso.
Avevo sette anni, eravamo in villeggiatura e stavo imparando ad andare in bicicletta. Usavo una piccola bicicletta, un modello che si chiamava "Graziella". Per i bambini che ancora non sapevano andare sulle due ruote venivano aggiunte due rotelle laterali. Mio padre penso' che fosse venuto il momento di fare a meno di quel supporto. Io avevo paura di cadere, ma lui con tanta pazienza mi seguiva tenendo con la mano la parte posteriore della bici. Mi allenavo nel pomeriggio, non lontano dalla casa della villeggiatura, in un vialetto che si allungava fino alla sommita' di una collina verdeggiante. Spesso gridavo spaventato perche' pensavo di essere sul punto di cadere e lo scongiuravo di non lasciarmi. Lui mi rassicurava: "Pedala, non preoccuparti, continua a pedalare che ce la fai!" Un pomeriggio, dopo tante prove, sentii di essere piu' pronto e deciso del solito. Mio padre come sempre si chino' e prese la parte posteriore della bici per sostenermi, e io cominciai a pedalare. Ad un certo punto, a meta' del vialetto, quando la collina di fronte a noi sembrava ancora piu' vicina, cominciai a pedalare con piu' energia e dissi a mio padre:"Puoi lasciare papa', si' adesso puoi lasciare, vado da solo!" Non avendo sentito alcuna risposta da parte sua, mi voltai appena. Mi aveva gia' lasciato da un pezzo. Ero felicissimo! Avevo finalmente imparato ad andare in bicicletta. Oggi, dopo tanti anni da quel giorno indimenticabile, oggi che lui non e' piu' con me, gli dico sempre, quando ho paura di cadere: "Non lasciarmi papa', ti prego, non lasciarmi mai!"






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mercoledì 13 dicembre 2017

QUANTO FA MALE IL CROCIFISSO?





Periodicamente, e quasi sempre nel periodo prenatalizio, riemerge la questione dei simboli religiosi nei luoghi pubblici. Il tormentone e’ che “l’Italia e’ uno Stato laico", dunque non sono graditi simboli religiosi nelle scuole, negli uffici e in ogni altro luogo che non sia di culto. A dire il vero le motivazioni ostative all’esposizione del Crocifisso in realta’ sono due, che appaiono palesemente in contrasto tra loro. La prima e’ appunto la gia’ citata scusa dello Stato laico. La seconda, invece, e’ che data la sempre piu’ massiccia presenza di bambini provenienti da famiglie di religione diversa da quella cristiana, non bisogna urtare e ferire la sensibilita’ di coloro che appunto nel Crocifisso vedrebbero un’offesa alla propria cultura e alla propria religione. Dunque dobbiamo preoccuparci della laicita’ dello Stato o di coloro che non sono cristiani? Precisiamo innanzitutto che Stato laico non vuol dire Stato che fa a meno della religione e dei suoi simboli; vuol dire semplicemente Stato non governato da autorita’ religiose ma da autorita’ laiche, civili, dunque uno Stato, come sancisce la nostra Costituzione, che garantisce la liberta’ di culto sia in pubblico che in privato (art. 19). Capito? In pubblico vuol dire che nessuno puo’ vietarmi di esporre il Crocifisso nel mio negozio, sulla parete della stanza nel mio ufficio o nell’aula in cui insegno. Precisato questo, vorrei far notare a coloro che si scandalizzano per la presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche che il Crocifisso e’ invece l’elemento piu’ innocuo che possiamo trovare nel luogo in cui vengono educate ed istruite le nuove generazioni, e che la laicita’ o neutralita’ dello Stato va salvaguardata in tutti i suoi aspetti, non solo in quello religioso. Siamo sicuri, per esempio, che gli insegnanti siano sempre cosi’ imparziali durante le loro lezioni? Ricordo che quando ero in seconda media (oggi si chiama scuola secondaria di primo grado) una insegnante di dichiarata fede e cultura comunista ci costrinse a studiare il “Manifesto del Partito Comunista” di Marx ed Engels, che certamente non era compreso nei programmi ministeriali. E’ un po’ come se un insegnante di destra ci avesse costretto a studiare il “Mein Kampf” di Hitler. Erano gli anni ‘70, anni di fuoco, ed evidentemente anche la cattedra di un insegnante poteva essere considerata un palco da comizio o una trincea. Secondo voi, inculcare nelle menti di ragazzini di dodici anni i principi fondanti del comunismo collimava perfettamente con le regole di uno Stato laico che deve offrire una formazione completa e nello stesso tempo neutrale ai propri giovani cittadini? Pur senza arrivare a simili eccessi ideologici, sono convinto che la neutralita’ e l’obiettivita’ dell’insegnamento di molti docenti vada messa in discussione ancora oggi. Inoltre, come ho gia’ precisato, il Crocifisso non mi sembra davvero l’ elemento piu’ scioccante in un’aula scolastica. Scioccanti sono gli episodi di bullismo tra ragazzi e scioccante e’ l’incapacita’ di chi dovrebbe gestirli e reprimerli. Non e’ che voglio allargare troppo il discorso, ma e’ che ancora oggi la storia del Crocifisso nei luoghi pubblici mi sembra assurda e pretestuosa. Un modo come un altro per bendare gli occhi della collettivita’ su ben altri scandali e storture che si consumano quotidianamente sotto i nostri occhi. A proposito, in tema di laicita’, spero che i nemici del Crocifisso si ricordino anche di ingaggiare la giusta lotta contro l’esposizione del calendario nei luoghi pubblici. Il calendario, per chi non se ne fosse accorto, rappresenta un altro “nefasto” simbolo cristiano. Oggi siamo infatti nell’anno 2017 dalla nascita di Cristo. Che inaudito scandalo!!



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lunedì 11 dicembre 2017

STATO LAICO E SIMBOLI RELIGIOSI

Il Crocifisso e' il simbolo del dono d'amore che Dio ha fatto agli uomini, e il Presepe fu inventato da un santo, San Francesco d'Assisi, che consacro' se stesso a questo Amore.

Vorrei ricordare a tutti, docenti e presidi compresi, che la Costituzione Italiana sancisce la liberta' di culto (art.19). Per questo motivo, chiunque proibisca l'esposizione del Crocifisso o del Presepe in un luogo pubblico, oltre a non avere nessun supporto legale per la sua decisione arbitraria, commette un atto di repressione della liberta' religiosa. In Italia non esiste alcuna legge che proibisca l'esposizione di simboli religiosi nei luoghi pubblici. Ricordatelo a tutti coloro (colleghi di lavoro, superiori o altri) che vi costringeranno a togliere il Crocifisso dalla parete. Ricordategli che questa probizione e' soltanto un abuso, un atto repressivo nei confronti della vostra liberta' di culto. La laicita' dello Stato si vede dal rispetto di tutti i simboli religiosi, non dall'eliminazione di alcuni di essi.









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venerdì 8 dicembre 2017

IL PRESEPIO


Amate quella donna, cosi' umile nel suo abbraccio;

Amate quell'uomo, cosi' casto e obbediente;

Amate quegli animali, che scaldano col loro fiato il Sole nascente;

Amate quel Bambino, nostra nuova speranza;

Amate quella stalla, da cui nasce una nuova umanita'.









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sabato 2 dicembre 2017

L'ABBRACCIO

           OGNI ABBRACCIO LASCIA L'IMPRONTA DI UN ALTRO CUORE SUL MIO









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lunedì 27 novembre 2017

IL GRANDE VIGLIACCO


Il diavolo e' un grande vigliacco. Egli preferisce non mostrarsi, preferisce agire sempre nell'ombra. La nostra immaginazione un po' infantile ci porta a ritenere che egli ci ferisca conficcando i suoi artigli nella nostra carne o infilzaldoci con il suo tridente. Non e' cosi'. Fa di molto peggio. Egli ci ferisce con il tradimento di un amico, con le parole di un familiare che ci urla addosso la sua rabbia e il suo odio, con un nostro collega che per fare carriera sacrifica la nostra amicizia e la nostra fiducia. Ci ferisce con gli insulti di un passante per strada, con lo sguardo diffidente e sospettoso di chi incontriamo sul nostro cammino. Ci ferisce attraverso noi stessi, con i mille pensieri autodistruttivi che ronzano nella nostra mente come calabroni impazziti. Quasi quasi mi verrebbe da augurare a tutti di incontrarlo davvero, "de visu", questo subdolo criminale, per imparare a difendersi consapevolmente dalle sue azioni. Egli e' l'artefice di tutta la nostra infelicita'; origine e causa di ogni peccato, di ogni dolore.









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domenica 19 novembre 2017

GENITORI E FIGLI




"Sono i miei figli perche' li ho fatti io." Un genitore che pensa questo commette un grossolano errore. Nessun essere umano ci appartiene, nessuno e' "mio". Chi mette al mondo un figlio non lo ha creato, piuttosto si e' reso strumento dell'Amore di Dio, l'unico amore che crea. I figli dal canto loro devono amare i genitori perche' essi si sono fatti carico del difficile compito che Dio gli ha affidato: mettere al mondo, curare ed allevare una Sua creatura.



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venerdì 17 novembre 2017

LA PREGHIERA COME RESISTENZA ATTIVA

La preghiera non è una condizione passiva. Il fedele invoca, chiede qualcosa al Signore ma nel contempo si impegna solennemente a fare qualcosa per Lui. Il Padre Nostro, nelle sue poche e splendide parole, contiene allo stesso tempo un atto di adorazione, un’accorata invocazione e un impegno a cui il credente si vincola con una promessa che va mantenuta. Adoriamo il Signore dicendo: “Padre Nostro che sei nei Cieli, sia santificato il Tuo Nome”. Esprimiamo un desiderio fondamentale dell’anima quando esclamiamo con fiducia di figli: “Venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua Volontà”. E ancora imploriamo il nutrimento del corpo e dell’anima chiedendo il “nostro Pane quotidiano”. Supplichiamo speranzosi il Suo perdono e ci impegniamo a perdonare i nostri fratelli dicendo: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. E ancora: “Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male”. Quell’espressione così controversa che inizia col “Non indurci…” lascerebbe pensare che sia il Signore a metterci in condizione di essere tentati dal Maligno. In realtà anche con queste parole noi ci stiamo impegnando a resistere con tutta la nostra forza, e con il Suo provvidenziale aiuto, alle molteplici tentazioni con cui il Maligno ci investe ogni giorno della nostra vita. Dunque la preghiera va vissuta come atto di resistenza attiva e non passiva contro le spire del demonio. Ogni volta che recitiamo il Padre Nostro ci stiamo impegnando davanti al Signore a fare concretamente qualcosa per Lui e per la nostra salvezza. Facciamo in modo che quelle meravigliose parole non rimangano tali, e non abbiano tra le nostre labbra il sapore di una promessa non mantenuta.




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martedì 14 novembre 2017

L'ONERE DELLA PROVA


Secondo l’ordinamento giuridico italiano chi vuole dimostrare l’esistenza di un fatto ha l’obbligo di “provare” il fatto di cui parla. Dunque l’onere della prova non è a carico di chi nega quel fatto, ma di chi vuole dimostrarlo. Spostandoci dall’ambito giuridico a quello religioso, nell’infinito dibattito tra atei e credenti circa l’esistenza di Dio sembra dunque che la prova dell’esistenza di Dio sia a carico del credente, in quanto egli “afferma” che Dio esiste. Eppure, il principio dell’onere della prova in questo ambito trova degli ostacoli che ne rovesciano completamente il senso. Il credente infatti afferma che Dio esiste ma non ha l’obbligo di dimostrarlo, poiché la sua certezza poggia su qualcosa di inconfutabile e indiscutibile: la Fede. Basta una Fede forte e convinta a ritenere che Dio esista, anche senza bisogno di prove. Gesù disse: “Beati coloro che crederanno senza aver veduto.” Il non credente, invece, afferma con convinzione categorica che Dio non esiste. Ma su cosa poggia questa sua certezza? Egli parla genericamente di razionalità, di buon senso, di logica, ma non ha alcuna prova per supportare concretamente la sua tesi. Anche quando afferma che non c’è nessun Al di là non ha la minima possibilità di dimostrarlo, perché egli non è ancora morto. Dunque, nella disputa circa l’esistenza di Dio sono gli atei ad avere l’obbligo di fornire una dimostrazione convincente in quanto ai fedeli basta la Fede per credere. Inoltre l’ateo non si limita a negare ciò che i credenti dicono ma fa una vera e propria affermazione quando dice: “Dio non esiste!” Per questo motivo l’onere della prova ricade solo su di lui.





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giovedì 9 novembre 2017

LA METAFORA DEL SOLE

Voglio proporvi una metafora. Immaginiamo che il sole rappresenti Dio, la Sua potenza, la Sua presenza costante e vivificante che inonda di Luce e di vita il mondo e le Sue creature. Immaginiamo adesso tre categorie di persone. La prima categoria è composta da coloro i quali, pur beneficiando del calore del sole che nutre e illumina i loro corpi si dimostrano del tutto indifferenti a questa grazia che gli viene donata ogni giorno. Essi non parlano mai del sole e non sentono il bisogno di dare il giusto valore alla sua provvidenziale esistenza. Nemmeno immaginano che cosa accadrebbe se il sole non ci fosse più. La seconda categoria è composta invece da coloro che godono pienamente della sua luce e del suo calore, coloro che riconoscono in lui la fonte primaria di ogni bene, potenza che dona vita ed energia, splendore mattutino che allontana le tenebre della notte, quotidiana gioia del risveglio per l’inizio di un nuovo giorno. Essi provano immensa gratitudine verso colui che alimenta di luce ogni creatura e ogni elemento della Terra, dal filo d’erba al cuore dell’uomo. Per ultima c’è una terza categoria, che al giorno d’oggi sta diventando sempre più numerosa: sono coloro i quali, pur beneficiando come gli altri della luce e del calore del sole, affermano con assoluta certezza che il sole non esiste.








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mercoledì 8 novembre 2017

NOVE COSE CHE DOBBIAMO RICORDARE PER IMPARARE AD ESSERE UMILI



 1) Il bagaglio delle nostre conoscenze è legato al momento storico in cui abbiamo vissuto e alla nostra personalissima esperienza di vita. Non sentiamo il dovere di trasmetterlo agli altri come un tesoro da tramandare! Il mondo cambia. Molto presto la nostra esperienza di vita sarà come una moneta fuori corso.

 2) Se pensiamo di essere delle persone speciali non correremo il rischio di sentirci soli. Nel mondo ci sono almeno sette miliardi di persone “speciali”.

 3) Dovremmo imparare a inginocchiarci più spesso, e non soltanto per cambiare la ruota bucata della nostra auto.

 4) Non portiamo davanti allo specchio soltanto il nostro corpo e i vestiti più o meno eleganti che lo ricoprono. Portiamo anche la nostra coscienza. E che sia nuda.

 5) Invece di ingigantire il peso della solitudine che ci fa soffrire, guardiamoci intorno per capire se c’è qualcuno che ha bisogno della nostra compagnia.

 6) Evitiamo di correggere gli errori degli altri, se non siamo stati capaci di farlo con i nostri.

 7) Ascoltiamo tutti con attenzione. Da ognuno c’è qualcosa da imparare. Molti anni fa lessi in un’agenda una frase molto bella: “Nessuno ha sempre torto. Anche un orologio fermo ha ragione due volte al giorno.” Se pensiamo che la ragione stia solo dalla nostra parte, rischiamo di avere più torto di un orologio fermo.

 8) L’ateismo non è una libera scelta o una questione di opinioni personali. E’ il rifiuto di qualcosa: dover accettare che esiste qualcuno molto più grande e intelligente di noi davanti al quale dobbiamo solo chinare il capo e piegare le nostre ginocchia.

 9) Come esercizio propedeutico proviamo a ripetere più volte al giorno, anche solo mentalmente: “Io sono uno dei tanti, sono uno qualsiasi.” Ripetiamolo anche camminando tra la gente, disperdendoci nella folla o salendo su un mezzo pubblico.
“Io sono uno dei tanti, sono uno qualsiasi.”






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giovedì 2 novembre 2017

UNA FEDE ECCEZIONALE


Ogni giorno, davanti al grande Crocifisso ligneo che dominava la parete laterale della navata, decine di fedeli sostavano per pregare e per chiedere una grazia al Signore. C’era chi pregava in silenzio fissando il Volto sofferente di Gesù, chi muoveva appena le labbra in un sussurro accorato e implorante, chi teneva le mani giunte sul petto e un po’ alla volta le stringeva sempre più fino a intrecciare le dita come se si stesse arrampicando all’ultima speranza rimastagli. Il parroco, passando di lì, osservava tutti quei testimoni di tanto dolore e ripeteva in cuor suo, rivolto a Gesù: “Signore, esaudiscili se vuoi.”
Una sera, nel gruppo dei parrocchiani che solitamente sostavano dopo la Messa davanti al Crocifisso, il parroco notò un uomo che non aveva mai visto prima. Poteva avere sui cinquant’anni, era ben vestito, ma ciò che soprattutto lo distingueva dagli altri erano la passione e l’eccezionale fervore con cui pregava. Egli teneva gli occhi fissi in alto verso il Volto di Cristo e piangeva tremando tutto. Tra le espressioni che la voce addolorata non rendeva perfettamente comprensibili, ogni tanto se ne distingueva qualcuna come: “Ti prego!” oppure “Perdonami!” o anche “Che cosa, Signore, che cosa?”. Da quella sera lo vide ancora, quasi tutti i giorni. Dopo la Messa sostava davanti al Crocifisso insieme agli altri fedeli. Come loro pregava e si avvicinava a Gesù per accarezzargli i piedi trafitti dal chiodo e sanguinanti. Come gli altri, dopo aver toccato il chiodo e i piedi si portava la mano alle labbra e la baciava, mandando poi con un gesto quel bacio al Redentore. L’unica cosa che rendeva la sua preghiera diversa da quella degli altri era la forza, l’impeto dell’invocazione che spesso sfociava in pianto dirotto. Il parroco lo guardava commosso, e anche per quel fedele chiese in cuor suo al Signore: “Esaudiscilo, se vuoi”.
Una sera, approfittando del fatto che l’uomo si trovava da solo davanti al Crocifisso poiché la sua preghiera era stata più lunga del solito il parroco, non senza prima aver indugiato ed essersi chiesto se fosse il caso di farlo, decise di avvicinarsi a quell’uomo per parlargli. Non sapendo con quale scusa poteva intraprendere il dialogo con lui, si ricordò che era quasi ora di chiudere il portone della chiesa e disse piano, toccandogli una spalla: “Figliolo, è ora di chiudere. Avrai tempo anche domani per pregare.”
“Mi scusi padre! – rispose l’uomo con imbarazzo –Vado via subito!” Il parroco lo trattenne tenendolo dolcemente per un braccio. “Aspetta, vorrei parlarti un momento. Hai fretta?” “No padre, posso restare ancora un po’.”
Il parroco lo invitò a seguirlo in sagrestia.
"Caro figliolo, - disse facendo una breve pausa per trovare le parole più adatte - io ti guardo ogni giorno mentre sosti in raccoglimento davanti al Crocifisso. Tanta gente si ferma lì per pregare prima e dopo la Messa, ma nessuno lo fa con il tuo stesso fervore. Ed è un fervore che si rinnova ogni giorno sempre con la medesima forza e intensità. So che non dovrei chiedertelo, ma…c’è qualcosa che ti turba, che ti opprime? Stai chiedendo al Signore una Grazia particolare? C’è un grande dolore nella tua vita?” L’uomo sorrise e poi disse: “No padre, tutt’altro. La mia è una vita meravigliosa. Ho un bel lavoro che mi fa guadagnare anche bene, una moglie che mi ama ancora come il primo giorno, due figli stupendi di cui vado fiero. Non ho problemi di salute, né io né i miei cari, e ho tanti amici che mi vogliono bene.” Il parroco lo guardò meravigliato, in silenzio. “Si stupisce padre? – disse l’uomo continuando a sorridere – si stupisce che io venga qui ogni giorno a pregare fino alle lacrime?” “No - rispose il parroco titubante - E’ bellissimo che tu lo faccia. Ma…” “Lei si meraviglia del modo in cui lo faccio, vero?” “Beh…se devo essere sincero…sì, è proprio quello che mi meraviglia adesso.” “Vede padre – continuò l’uomo – ogni giorno incontro persone che soffrono, che hanno problemi terribili, le cui vite spesso sono straziate da tragedie, da sofferenze difficilmente sopportabili. Io invece non ho nulla di tutto questo. Come le dicevo la mia vita è perfetta, invidiabile. So che il Signore ci mette alla prova sia con la sofferenza che con la felicità. A me ha regalato la felicità, e io sento ogni giorno il bisogno di ripagarlo in qualche modo, di ringraziarlo per il grande bene che riempie di luce la mia vita e quella di coloro che amo. Gli chiedo di esserne degno, perché non lo sono, e ho paura che a causa della mia indegnità Egli me lo tolga, questo bene, e mi faccia provare la sofferenza che di sicuro mi renderebbe più consapevole del dolore degli altri.” “Ma no, perché dici questo? –lo interruppe il sacerdote – Il Signore ti fa sentire il Suo affetto nel bene e nell’amore che ti dà. Vivilo con gioia e non pensare che da un momento all’altro possa togliertelo! Eppure - continuo' - dopo tutto quello che mi hai detto, ancora non capisco le tue lacrime, i tuoi pianti davanti alla Croce. Sono lacrime di felicità? Si può piangere di felicità fino a questo punto? Io ti vedo piangere come se fossi addolorato, non felice! Nemmeno coloro che solitamente chiedono una sospirata Grazia al Signore piangono così!” “Le sembra tutto molto eccessivo, vero padre? - rispose l'uomo - Eppure deve credermi se le dico che io sono felice, ma mi sento anche in colpa per il bene che ogni giorno mi dà e che non merito.” La voce gli si incrinò come se stesse per piangere ancora. “Figlio mio - disse il parroco dolcemente carezzandogli una guancia – ma perché pensi di non meritarlo? Hai fatto qualcosa di grave forse?” “No padre, io non ho fatto niente né di male né di bene per meritare tanto! Se avessi peccato fortemente saprei che Egli oggi mi sta aprendo le braccia, e se fossi stato particolarmente buono saprei che Egli mi sta premiando. Ecco perché dico di non meritare tutto questo bene. La mia disperazione viene dal fatto che io so che Lui vuole qualcosa da me e non ho ancora capito che cosa!” Il sacerdote lo guardò in silenzio. Davvero non gli era mai capitato di sentire da un fedele parole simili. “Sa padre che cosa dico al Signore ogni giorno quando sono davanti alla Croce? Finita la preghiera che Lui ci ha insegnato ne recito una mia, personale, nell’attesa che un giorno finalmente mi risponda e mi illumini. Ti prego Signore, ti prego, fammi conoscere la Tua volontà. Sento che la Tua mano si è posata su di me per dirigere la mia vita ma non so ancora in quale direzione andare. Perdonami se non l’ho capito, perdonami! E’ vero che ho già tanto, è vero, ma desidero fare qualcosa di più per Te, e se lo desidero vuol dire che Tu mi stai chiedendo qualcosa. Che cosa Signore, che cosa?”. Pronunciate queste parole l’uomo si passò le mani sugli occhi inumiditi. Il parroco non poté fare a meno di abbracciarlo, avendo trovato in quell’uomo una Fede eccezionale mai riscontrata prima in nessun altro. Lo benedisse, e gli assicurò che Nostro Signore al più presto gli avrebbe fatto capire a quale altissimo compito lo aveva destinato. L’uomo lo ringraziò per la benedizione e fece ritorno a casa con serenità, lodando Gesù per avergli finalmente parlato, e per averlo fatto con la voce di quel sacerdote.





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domenica 29 ottobre 2017

IL DUBBIO E LA LUCE

Dicono che il dubbio sia segno d'intelligenza. Io so che la certezza della Verita' di Cristo e' Luce nella mia vita.





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venerdì 27 ottobre 2017

SUPERSTIZIONE E FEDE


La superstizione evidenzia tutte le paure e le debolezze dell’uomo. Riporre la propria speranza di salvezza in un gesto rituale, in una formula magica o in un oggetto a cui si attribuisce un potere fittizio testimonia un rapporto falso e aberrante con la realtà. Inoltre i riti scaramantici non allontanano affatto le paure: ne rinforzano il peso. La Fede manifesta invece tutta la forza interiore dell’uomo. L’amore che egli sente venire da Dio, e l’amore che egli stesso prova per il Signore gli consentono di attraversare il viaggio della vita senza alcuna paura, riuscendo a superare le prove più dure e rimuovendo gli ostacoli più imponenti e minacciosi. Senza il decisivo supporto della Fede tutto questo non sarebbe possibile.







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IL NOME DI DIO


  


Il nome con cui Dio si presenta nell’Antico Testamento è JAHVE’. Il suo significato letterale è “Io sono colui che è”. Egli è l’esistente per eccellenza, Colui che non lascia spazio ad alcuna possibilità di dubbio o di incertezza. “Io sono Colui che è, Colui che esiste.” Di fronte a tanta autorevole e indiscutibile precisione ogni crisi esistenziale dell’uomo moderno, a cominciare dall’"Essere o non Essere" di Amleto fino all'"Uno Nessuno e Centomila" di Pirandello ci appare inconcludente ed effimera. L’uomo vive frammentato e confuso da una mortifera superbia mentre Dio è Uno, l’Unico. Solo in Dio l’uomo può ritrovare il suo equilibrio, la sua unità. Solo nella perfetta armonia con il Signore, che lo ha creato a Sua immagine, anche l’uomo potrà finalmente affermare e proclamare con felice convinzione: “Io sono!”.




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lunedì 23 ottobre 2017

UN ATEO CHE PRENDE IN GIRO I CREDENTI

Un ateo che prende in giro i credenti e' come una gallina che, non riuscendo a volare, prende in giro le aquile.



"Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi."
Isaia 40, 31







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giovedì 19 ottobre 2017

UN AMICO MERAVIGLIOSO





Ho fatto amicizia con una persona meravigliosa. Eppure questo amico mi ha detto: "Frequentarmi non sara' facile. Appena sapranno che sei mio amico e che mi vuoi bene, cominceranno a prenderti in giro e qualcuno ti odiera'. Molti dei tuoi vecchi amici ti abbandoneranno per causa mia, ma io ti saro' sempre fedele. E quando racconterai a tutti di avermi conosciuto quasi nessuno ti credera', e quando annuncerai felice che l'amicizia e l'amore esistono davvero e sono piu' forti dell'odio del mondo, rideranno e ti chiameranno fanatico. E per farti arrabbiare mi insulteranno e pronunceranno ogni sorta di calunnia nei miei confronti. Ma tu non ti arrabbierai, perche' essere mio amico richiede grande sacrificio. Essere mio amico richiede di rinunciare a quanto ti e' stato piu' caro fino ad oggi per amare me sopra ogni altra cosa. E se un giorno io ti diro': "Andiamo!" non dovrai chiedermi: "Dove?" Dovrai seguirmi senza esitazioni. Ma soprattutto non dovrai mai vergognarti di me davanti agli altri. Allora, vuoi essere mio amico?"



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sabato 14 ottobre 2017

IL MIO CUORE E' NATO A BETLEMME





Il mio cuore e' nato a Betlemme ed e' cresciuto a Nazareth. Il mio cuore parla la lingua di Gesu', ma solo adesso riesco a capire le sue parole.






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venerdì 13 ottobre 2017

LE DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA





"Il bene e il male sono le due facce della stessa medaglia."

Quante volte avete sentito questa frase? Io tantissime, soprattutto da parte di coloro che non credono in Dio e che non accettano la consapevolezza che il Bene e il Male siano due dimensioni del tutto diverse, due entita' ben distinte e separate in perenne conflitto tra loro. A tutti quelli che continuano a parlare di medaglie con due facce tra loro connesse e interscambiabili, a tutti i numismatici della morale e della spiritualita' voglio porre una domanda precisa e diretta: secondo voi Madre Teresa di Calcutta e Hitler sono le due facce della stessa medaglia? E lo sono anche San Francesco e Attila? E anche Gesu' Cristo e Satana? Attendo una risposta convincente.



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martedì 3 ottobre 2017

TRE DESIDERI PER LE FESTE CRISTIANE




Per le piu' importanti feste cristiane ho un desiderio, anzi tre. Desidero che il Natale non sia piu' la festa delle tombolate chiassose, dei mercanti in fiera, degli interminabili pranzi e cenoni ma torni ad essere soltanto quello che davvero e': la celebrazione della nascita di Nostro Signore Gesu' Cristo, il Dio fatto uomo, che si e' incarnato ed e' entrato nella storia del mondo per la nostra salvezza. Desidero che l'Epifania non sia piu' la festa di una strega buona che cavalca un manico di scopa e porta carbone ai bambini cattivi e dolciumi a quelli buoni, ma torni ad essere solo quello che davvero e': la manifestazione di Cristo al mondo. Desidero che la Pasqua non sia piu' la festa delle uova di cioccolato che contengono inutili sorprese, ma torni ad essere solo quello che davvero e': la Resurrezione di Nostro Signore, che si e' fatto uccidere per la nostra salvezza ed e' risorto per aprirci le porte del Paradiso.

Chiedo troppo?








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domenica 1 ottobre 2017

PRIMA DOMENICA DI OTTOBRE: RECITA DELLA SUPPLICA ALLA REGINA DEL SS. ROSARIO DI POMPEI




La Supplica alla Regina del SS. Rosario di Pompei, scritta dal beato Bartolo Longo nel 1883 e recitata per la prima volta il 14 ottobre di quello stesso anno, trasmette un eccezionale fervore mistico in chi la recita. Inoltre essa contiene anche presagi profetici per quel che riguarda il precario destino del mondo e della nostra Europa. L'Europa viene nominata per ben due volte nella Supplica, che fu scritta in un'epoca in cui questo nome rappresentava un'entita' politica quanto mai astratta e ben lontana dalle odierne istanze di unificazione e cooperazione. Attualissimo e profetico appare poi il desiderio che l'Europa e il mondo intero ritornino sulla retta via della Fede.


"Pieta' oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore."




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lunedì 25 settembre 2017

ED E' ANCORA DOMANI

"Nessuno sta solo sul cuor della terra.
Ognuno e' scaldato da un raggio di sole,
Ed e' ancora domani."

Questa e' la mia versione personale di una famosa poesia di Salvatore Quasimodo, "Ed e' subito sera", rivisitata in chiave ottimistica. Vi ricordate l'originale?




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DIO ESISTE

Abbiamo sete perche' esiste l'acqua. Abbiamo fame perche' esiste il cibo. Abbiamo il desiderio di Dio perche' Dio esiste e la nostra anima ha fame del Suo Amore. E' impossibile desiderare cio' che non esiste.



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domenica 17 settembre 2017

LA REGOLA DELL' U.P.P.A.

I veri cristiani non possono che seguire la regola dell'U.P.P.A., una regola del tutto contraria a quelle del mondo. Questo significa praticare quotidianamente le quattro virtu' insegnateci da Gesu' Cristo: Umilta', Pieta', Perdono, Amore. Spesso nelle nostre azioni, nei nostri pensieri e in cio' che il mondo offre e' difficile distinguere il Bene dal Male, quel che e' giusto da quello che non lo e'. Ma seguendo la regola dell'U.P.P.A. non si puo' sbagliare. Il Male puo' nascondersi dappertutto ma non da questa parte. Da questa parte c'e' solo Dio!






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AC. DC.

Chi sostiene che Gesu' non e' mai esistito sta negando anche il proprio anno di nascita. Io sono nato nel 1965 dopo Cristo, e ne sono immensamente felice!










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giovedì 14 settembre 2017

IO SCOPPIO D'AMORE PER TE!!

Non so quanto siano alte le onde degli oceani; non so quanto sia dirompente la forza degli uragani; non so quanti alberi e quante pietre puo' trascinare via con se' un fiume che straripa; non so quanto e' assordante il rumore della vita o la voce segreta della Terra. Non so quanto sia forte l'amore degli uomini che accende indomabili passioni ed eleva inni al tempo e alla natura. Io conosco solo la forza della Fede. O mio Signore, mio Dio, io scoppio d'amore per Te!!










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mercoledì 13 settembre 2017

LA POSIZIONE DELL'AUTOMOBILISTA

Nei confronti del passato e del futuro dovremmo mantenere la stessa posizione dell'automobilista. Bisogna guardare sempre dritto davanti a se', ricordandosi di dare di tanto in tanto una sbirciatina nello specchietto retrovisore. Solo una sbirciatina, perche' se volgiamo lo sguardo completamente all'indietro, rischiamo di distruggere anche il nostro presente.






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lunedì 4 settembre 2017

LA LUCE

Anch'io quando non ero credente sostenevo che tutte le religioni hanno uguale dignita', che un credo vale l'altro, che ogni religione e' giusta per chi la segue...certo, chi non e' credente ostenta con orgoglio una grande apertura mentale. Ma quando poi scopri la Verita', le tue illuminate opinioni diventano piccole piccole piccole, fino a scomparire. E comincia tutta un'altra storia. Una storia piena di Luce!

«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv. 8, 12)










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domenica 3 settembre 2017

UNA CREATURA DA AMARE

All'ingresso di tutti gli ospedali dovrebbe campeggiare una scritta grande e luminosa:

                   
      <<OGNI UOMO CHE SOFFRE E' UNA CREATURA DA AMARE>>











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sabato 2 settembre 2017

TEMPUS FUGIT, SED CHRISTUS MANET.

(Il tempo fugge, ma Cristo resta)





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giovedì 31 agosto 2017

CRISTIANI H 24

Papa Francesco ha raccomandato di non essere "cristiani part-time", ma cristiani a tempo pieno; di non essere cristiani "tiepidi", ma cristiani appassionati e testimoni costanti del Vangelo. Giusto. Il cristiano non circoscrive la sua fede a pochi momenti della giornata o della settimana. Il cristiano è cristiano sempre, anche quando espleta delle attività che sembra abbiano poca attinenza con la religiosità. Si è cristiani da quando ci si sveglia la mattina fino a quando si va a letto la sera. Si è cristiani sul posto di lavoro, in famiglia, con gli amici o con le persone incontrate per caso. Si è cristiani nei pensieri, nelle opere, nelle parole, e quando commettiamo degli errori che ci allontanano dalla Parola di Cristo dobbiamo sapere che Egli, il nostro Buon Pastore, è pronto con dolcezza e severità a recuperarci per ricondurci al Suo ovile. Chi di voi è marito, moglie o genitore solo part-time? Se siamo innamorati di qualcuno lo amiamo sempre, ventiquattr'ore su ventiquattro. Un amore circoscritto non è vero amore. La Fede non conosce limiti di orario. La Fede è come i battiti del cuore: se si ferma muore. E voi, siete cristiani part-time o cristiani H 24? Questa non è una domanda futile da sondaggio estivo; è un modo per interrogare la nostra coscienza.





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martedì 22 agosto 2017

CRISTIANESIMO PRIMA RELIGIONE DEL MONDO?


Stando alle cifre ufficiali il Cristianesimo dovrebbe essere la prima religione del mondo. Ma ne siamo cosi’ sicuri? Per numero di battezzati la confessione cristiana che conta il piu’ alto numero di seguaci e’ il Cattolicesimo. Eppure, se potessimo fare un’indagine dettagliata tra tutti gli iscritti nei registri dei battezzati avremmo delle amare sorprese. Certamente il Battesimo imprime nell’individuo un sigillo permanente e incancellabile, ma e’ la volonta’ dell’individuo, la sua adesione coscente alla Fede cristiana che valorizza e perfeziona il primo Sacramento della nostra vita. Dunque, analizzando la condotta per cosi’ dire “confessionale” di tutti i battezzati cattolici, scopriremmo che molti di loro hanno abbandonato la Chiesa gia’ dal giorno della Prima Comunione; altri dal giorno della Cresima (che viene appunto chiamato, con triste ironia, il “Sacramento dell’addio”). Molti altri poi sono diventati atei militanti, come i membri dell’UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, che addirittura incoraggiano pubblicamente e con ferrea convinzione la pratica dello “sbattezzo”. Poi vi sono i convertiti ad altre religioni (molto di moda e’ la conversione al Buddismo e, ultimamente, all’Islam). Chi resta? Certo, poi abbiamo la vasta categoria degli “indifferenti”, ovvero di coloro che stanno un gradino al di sotto degli agnostici. L’agnostico sospende il giudizio, l’indifferente non si fa alcuna domanda ne’ si da’ alcuna risposta. Infine, e sarebbe davvero interessante quantificarne la cifra, ci sono i cattolici praticanti. Essi sono coloro che vanno a Messa, si confessano, santificano le feste, eppure vi assicuro che tra questi mi e’ capitato di incontrarne taluni che, forse presi da attacchi di sconforto, nutrivano dubbi sulle verita’ rivelate o sull’autorevolezza dei loro pastori. Se aggiungiamo a questa breve disamina il fatto che la cristianita’ e’ stata spaccata al suo interno da innumerevoli scismi e vicende storiche che hanno dato luogo alla nascita di altre chiese, come le chiese riformate del Protestantesimo, le quali non hanno nemmeno tra di loro una visione univoca riguardo alla dottrina, e se teniamo presente che anche nelle altre chiese cristiane, per quel che riguarda i battezzati vale lo stesso discorso che ho fatto per la Chiesa Cattolica, ovvero un’inarrestabile migrazione verso l’ateismo o verso altre religioni, scopriamo che il numero degli autentici cristiani si assottiglia ulteriormente. Mai nessun’altra religione ha subito al suo interno tante defezioni, fratture, rinnegamenti, rimaneggiamenti della dottrina come la religione cristiana. Un vero record. Se poi aggiungiamo che il vero cristiano e’ colui il quale, oltre ad avere una Fede incrollabile in Nostro Signore Gesu’ Cristo, cerca ogni giorno della sua vita di applicare con amore e coerenza i precetti da Lui insegnati, possiamo a giusta ragione affermare che il Cristianesimo e’ una “religione minoritaria". Gesu' si domando’, prima della Sua ascesa al Padre, se al Suo ritorno avrebbe trovato ancora la Fede sulla Terra. Quello che Nostro Signore trovera’ al Suo ritorno su questa Terra dipende da noi. Da ognuno di noi.






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venerdì 18 agosto 2017

LA CONVERSIONE

Che cos'e' la conversione? Accorgersi di aver guardato per anni sempre nella stessa direzione: quella sbagliata.













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lunedì 10 luglio 2017

C'ERA UNA CASA IN CUI SI SVOLGEVA UNA FESTA...

C'era una casa in cui si svolgeva una festa. Gli invitati erano tanti, e tutti avevano voglia di divertirsi e di fare bella figura sfoggiando abiti eleganti e vantandosi dei loro successi personali. Ad un certo punto i padroni di casa si accorsero che tra i partecipanti vi erano diversi accattoni che indossavano abiti laceri e maleodoranti, i quali guardavano sospirando verso il ricco buffet in attesa che qualcuno gli desse il permesso di servirsi. I padroni di casa si domandarono come avessero fatto quei pezzenti ad entrare, e li invitarono senza troppa gentilezza ad uscire poiche' temevano che potessero compromettere il buon andamento della festa. Cacciati i mendicanti, i padroni si accorsero con sorpresa e fastidio di altre presenze moleste che arrecavano disturbo all'allegra compagnia. Un gruppo di anziani malati, che facevano pena e ribrezzo al solo vederli, al punto da sembrare gia' morti. I padroni chiesero ai camerieri di accompagnarli fuori, e di richiudere la porta solo quando fossero sicuri che anche l'ultimo anziano era stato allontanato. Cacciati anche gli anziani malati, i padroni si dedicarono di nuovo agli invitati prestigiosi per fare gli onori di casa, chiedendo loro scusa per l'inconveniente. Quando la festa era al culmine del frastuono e delle gioiose danze, ecco che i padroni si accorsero di una terza sorpresa: un gruppo di infermi, paralitici, storpi, dai volti pallidi e con gli occhi scavati, con pigiami e stampelle, che sembravano giunti direttamente da una corsia di ospedale. Tra loro c'erano ragazzi, bambini, giovani, tanti volti che esprimevano sofferenza e allo stesso tempo imbarazzo di trovarsi li' a disturbare quella bella festa con la loro presenza. Anche stavolta i padroni di casa, per non compromettere il buon esito della serata, fecero uscire uno per uno tutti gli infermi, e quando anche l'ultimo di loro si trovo' fuori e ando' a raggiungere gli altri tenendosi faticosamente sulle stampelle, la porta venne sbattuta con rabbia. Il gruppo di infelici si ritrovo' cosi' fuori dalla casa, nel freddo e nel buio della notte, mentre giungevano a loro i suoni le risate e il chiasso della festa. Essi si guardarono in faccia l'un l'altro senza saper che fare e dove andare. All'improvviso, una grande luce illumino' il cielo e si poso' su di loro avvolgendoli col suo calore. Dopo un poco, i reietti della festa si ritrovarono in un salone immenso e illuminato a giorno, pieno di mobili pregiati, di specchi lucidi dalle cornici brillanti e arazzi meravigliosi che decoravano le maestose e altissime pareti. Nel mezzo faceva bella mostra di se' una mensa riccamente imbandita. Una voce dolce e ferma disse: "Benvenuti nella mia casa. Vi ho aspettato a lungo e finalmente mi onorate della vostra presenza." Il gruppo di infelici si domando' chi fosse a parlare, ma i loro occhi erano abbagliati da tutto il bello che li circondava. I poveri accattoni guardarono verso la mensa imbandita, e aspettavano un "Si'" per potervisi accostare. La voce disse: "Andate figli miei, siate i benvenuti alla mia mensa. Tutto quello che vedete vi appartiene." I poveri mangiarono fino a saziarsi. Gli altri, gli anziani e i malati, rimasero fermi. "E voi non andate?" disse la voce. Un malato sulle stampelle si fece avanti e disse: "Noi, gentile signore, non abbiamo fame. Noi vorremmo qualcos'altro. Una nuova vita. Una vita senza dolore e senza malattia." Subito i loro corpi vennero risanati da ogni infermita'. Un anziano si stacco' dal terzo gruppo di infelici, e timidamente disse: "Gentile signore, noi forse non abbiamo il diritto di chiederle nulla. Siamo vecchi, abbiamo fatto il nostro tempo. Non possiamo certo riavere cio' che piu' non ci spetta." Non ebbe finito di pronunciare queste parole, che tutti gli anziani all'improvviso riacquistarono forza e vigore, e i loro corpi vennero rinnovati per sempre in una nuova ed eterna giovinezza. La voce, sempre dolce e ferma, disse: "Il mondo vi ha cacciato via escludendovi dai suoi giochi, dalle sue feste, dai suoi convivi. Da qui pero' nessuno potra' mandarvi via. Ora siete nel mio cuore, e vi rimarrete per sempre."










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mercoledì 5 luglio 2017

CHARLIE GARD 2





Dunque, il ministro degli esteri britannico Boris Johnson ha affermato che il trasferimento in Italia del piccolo Charlie Gard non e' possibile "per motivi legali". Poi ha aggiunto che sarebbe possibile solo nel caso in cui l'Italia fosse disposta ad eseguire la sentenza riguardante Charlie. Traducendo in parole piu' grezze e brutali: "Siamo disposti a mandare Charlie in Italia, purche' l'Italia prometta di ucciderlo."
Cari fratelli, il potere degli uomini ci ha tolto tante cose: la serenita', i soldi, la pace, la fiducia nella politica e nella giustizia. Ma questa e' la prima volta in cui il potere delle istituzioni ci ha rubato la piu' semplice ed elementare delle speranze: quella di veder guarire un bambino di dieci mesi afflitto da una grave patologia. Per la prima volta nella storia umana la speranza e' diventata fuorilegge. E' in momenti come questo che mi torna in mente la frase di Gesu': "Il mio Regno non e' di questo mondo".


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venerdì 30 giugno 2017

CHARLIE GARD 1




Che strano pianeta la Terra! Su questo pianeta da sempre accadono cose strane. Gia' svariati secoli fa qualcuno lancio' lo slogan "SI VIS PACEM PARA BELLUM", "Se vuoi la pace prepara la guerra". Un po' come dire: se vuoi vivere in pace con il tuo vicino di casa preparati a prenderlo a pugni! Un pianeta nel quale si cambia il nome alle cose piu' orribili nella folle pretesa di renderle gradevoli. E cosi' la guerra non si chiama piu' "guerra" bensi' "Missione di pace". Un po' come chiamare "margherita" un pugnale prima di affondarlo nel cuore di qualcuno. Un pianeta in cui ci sono intellettuali dichiaratamente atei e anticattolici che sostengono di amare e ammirare Gesu', ma non certo perche' e' risorto e non certo perche' sosteneva di essere Dio (e per che cosa allora?). Un pianeta in cui la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo da' ragione a una cittadina italiana che ha promosso un'accanita battaglia legale durata alcuni anni...indovinate contro chi? Contro il Crocifisso nelle aule scolastiche! E la Corte Europea le diede anche ragione, riconoscendole addirittura un indennizzo di 5.000 euro (!). Un pianeta in cui degli agguerriti individui amanti degli animali (per lo piu' giovani e adolescenti) i quali combattono lodevolmente anche per i diritti delle formiche che attraversano la strada, non disdegnano poi di consumare hamburger con patatine insieme agli amici da Mc Donald! E da ultimo ma non ultimo esempio di ordinaria follia, un pianeta in cui per il bene di un bambino di dieci mesi, Charlie Gard, che sta soffrendo di una rara patologia, e in dispregio all'infelicita' dei suoi genitori che si venderebbero l'anima pur di consentire al loro bambino di continuare a vivere, degli autorevoli giudici e degli altrettanto autorevoli medici hanno deciso che questo bambino deve morire. Per il suo bene.


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mercoledì 28 giugno 2017

QUANTO FA MALE IL CROCIFISSO?



                                   
Prendo spunto dall’ennesima bufala che circola in rete tra i social. Pare che da settembre una legge proibira’ definitivamente l’esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche. Per fortuna si tratta solo di una bufala o, per dirla piu’ elegantemente, di una “menzogna mediatica”. Purtroppo invece non e’ una bufala la progressiva scristianizzazione dell’occidente. Prova ne sia il fatto che periodicamente riemerge la questione dei simboli religiosi nei luoghi pubblici, con tutto il carico di polemiche, pregiudizi e opinioni preconcette che ne derivano. Il tormentone e’ che “l’Italia e’ uno Stato laico”, dunque non sono graditi simboli religiosi nelle scuole, negli uffici e in ogni altro luogo pubblico. A dire il vero le motivazioni ostative all’esposizione del Crocifisso in realta’ sono due, che appaiono palesemente in contrasto tra loro. La prima e’ appunto la gia’ citata scusa dello Stato laico. La seconda, invece, e’ che data la sempre piu’ massiccia presenza di bambini provenienti da famiglie di religione diversa da quella cristiana, non bisogna urtare e ferire la sensibilita’ di coloro che appunto nel Crocifisso vedrebbero un’offesa alla propria cultura e alla propria religione. Dunque dobbiamo preoccuparci della laicita’ dello Stato o di coloro che non sono cristiani? Precisiamo innanzitutto che Stato laico non vuol dire Stato che fa a meno della religione e dei suoi simboli; vuol dire semplicemente Stato non governato da autorita’ religiose ma da autorita’ laiche, civili, dunque uno Stato, come sancisce la nostra Costituzione, che garantisce la liberta’ di culto sia in pubblico che in privato (art. 19). Capito? In pubblico vuol dire che nessuno puo’ vietarmi di esporre il Crocifisso nel mio negozio, sulla parete della stanza nel mio ufficio o nell’aula in cui insegno. Precisato questo, vorrei far notare a coloro che si scandalizzano per la presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche che il Crocifisso e’ invece l’elemento piu’ innocuo che possiamo trovare nel luogo in cui vengono educate ed istruite le nuove generazioni, e che la laicita’ o neutralita’ dello Stato va salvaguardata in tutti i suoi aspetti, non solo in quello religioso. Siamo sicuri, per esempio, che gli insegnanti siano sempre cosi’ imparziali durante le loro lezioni? Ricordo che quando ero in seconda media (oggi si chiama scuola secondaria di primo grado) una insegnante di dichiarata fede e cultura comunista ci costrinse a studiare il “Manifesto del Partito Comunista” di Marx ed Engels, che certamente non era compreso nei programmi ministeriali. E’ un po’ come se un insegnante di destra ci avesse costretto a studiare il “Mein Kampf” di Hitler. Erano gli anni ‘70, anni di fuoco, ed evidentemente anche la cattedra di un insegnante poteva essere considerata un palco da comizio o una trincea. Secondo voi, inculcare nelle menti di ragazzini di dodici anni i principi fondanti del comunismo collimava perfettamente con le regole di uno Stato laico che deve offrire una formazione completa e nello stesso tempo neutrale ai propri giovani cittadini? Pur senza arrivare a simili eccessi ideologici, sono convinto che la neutralita’ e l’obiettivita’ dell’insegnamento di molti docenti vada messa in discussione ancora oggi. Inoltre, come ho gia’ precisato, il Crocifisso non mi sembra davvero l’ elemento piu’ scioccante in un’aula scolastica. Scioccanti sono gli episodi di bullismo tra ragazzi e scioccante e’ l’incapacita’ di chi dovrebbe gestirli e reprimerli. Non e’ che voglio allargare troppo il discorso, ma e’ che ancora oggi la storia del Crocifisso nei luoghi pubblici mi sembra assurda e pretestuosa. Un modo come un altro per bendare gli occhi della collettivita’ su ben altri scandali e storture che si consumano quotidianamente sotto i nostri occhi. A proposito, in tema di laicita’, spero che i nemici del Crocifisso si ricordino anche di ingaggiare la giusta lotta contro l’esposizione del calendario nei luoghi pubblici. Il calendario, per chi non se ne fosse accorto, rappresenta un altro “nefasto” simbolo cristiano. Oggi siamo infatti nell’anno 2017 dalla nascita di Cristo. Che inaudito scandalo!!


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sabato 24 giugno 2017

IL CELIBATO DEI SACERDOTI


Sono favorevole al celibato dei sacerdoti. Lo sono perché la Bibbia fa un chiaro ed esplicito riferimento, attraverso le parole di Cristo, a una totale ed esclusiva offerta di sé da parte di coloro che vogliono servire il Signore (Mt. 19, 12). Inoltre vorrei fare alcune considerazioni di carattere personale, cominciando con una domanda che rivolgo a tutti voi: perché il celibato dei preti suscita al giorno d’oggi tanto fastidio e tanta insofferenza, mentre appare perfettamente normale ed accettabile ogni forma di promiscuità sessuale e di libero costume (lgbt, gay pride, utero in affitto etc.)? Ancora una volta il mondo marcia nella direzione opposta a quella che Cristo ci ha indicato. Gesù riprende le parole del libro della Genesi quando afferma: “All’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina.” (Mc. 10, 6). Ma oggi si tende a negare “ideologicamente” questa fondamentale suddivisione di figure e di ruoli decisa da Dio (teoria Gender). Gesù, come già detto, sancisce la totale offerta di sé da parte di coloro che vogliono servire il Signore, e invece il mondo sostiene che i preti debbano sposarsi per essere sempre più accomunati alle altre persone. Dunque il mondo sostiene e caldeggia sempre il contrario di ciò che Gesù prescrive. Tornando al celibato dei sacerdoti, mi domando a questo punto perché non propugnare anche il matrimonio e la maternità per le suore, per le monache (anche quelle di clausura); e poi per i frati francescani e per ogni altro ordine di religiosi che vivono in comunità. La prima conseguenza possibile è che i frati ammogliati e con prole lascerebbero la vita comunitaria per poter gestire al meglio la propria famiglia, e i conventi cesserebbero così di esistere, o, in caso contrario, si trasformerebbero in comunita' di laici. La vera “secolarizzazione” della Chiesa è proprio questa: fare in modo che il mondo dei religiosi assomigli sempre più a quello dei laici fino a una completa integrazione di entrambi, il che determinerebbe la fine dell’identità sacra della Chiesa fondata da Cristo. Questa Chiesa, oltre a poggiare su Simone la Roccia, poggia anche su ciò che Nostro Signore disse riguardo agli apostoli e a tutti coloro che si sarebbero consacrati a Lui:
“Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.” (Gv. 17, 16-19)


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giovedì 1 giugno 2017

LA GIOIA DI UN INCONTRO

E’ davvero la più grande di tutte le gioie conoscere il Signore! La Fede è una resurrezione dello spirito. Se ripenso alla mia vita prima dell’incontro con Cristo provo tenerezza e pietà per un uomo che camminava smarrito nelle vie del mondo. Egli non aveva alcun’altra guida se non la luce fioca del proprio io.






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mercoledì 10 maggio 2017

IL SOSTEGNO DELLA CROCE

Nella nostra società così carente di valori assoluti, di validi sostegni morali e spirituali, di riferimenti ideologici e umani che riescano a sopravvivere al tempo e alle mode, togliere il Crocifisso dai luoghi pubblici è come togliere il bastone a un vecchio claudicante.






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giovedì 16 marzo 2017

COME NEONATI NELLE CULLE

Vi sarà capitato, entrando nel reparto maternità di una clinica, di guardare i neonati nella nursery che dormivano beati nelle loro culle. Che cosa avete provato guardandoli? Di sicuro grande tenerezza. Perché? Per il solo fatto che essi erano lì. Per il solo fatto che esistevano grazie all’amore di qualcuno che aveva voluto che essi fossero presenti nella vita. Ecco, ogni giorno dovremmo fare questo: amare tutte le persone che incontriamo o che guardiamo, ed amarle per il solo fatto che esistono. Troppo spesso la logica del mondo, basata sul “dare e avere”, su uno scambio di natura commerciale, opportunistica, sulla condizione di essere apprezzati e benvoluti dagli altri solo se facciamo qualcosa per loro, dimentica ciò che dovrebbe essere fondamentale per ogni uomo: l’amore verso il prossimo a prescindere dai legami, dalle simpatie e dalle capacità di ognuno. Dobbiamo amare tutti così come proviamo amore e tenerezza per i neonati nelle culle. Amare per amare, senza porre condizioni o stabilire graduatorie di merito. Perché è così che Dio ci ama.




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