Avevo sette anni, eravamo in villeggiatura e stavo imparando ad andare in bicicletta. Usavo una piccola bicicletta, un modello che si chiamava "Graziella". Per i bambini che ancora non sapevano andare sulle due ruote venivano aggiunte due rotelle laterali. Mio padre penso' che fosse venuto il momento di fare a meno di quel supporto. Io avevo paura di cadere, ma lui con tanta pazienza mi seguiva tenendo con la mano la parte posteriore della bici. Mi allenavo nel pomeriggio, non lontano dalla casa della villeggiatura, in un vialetto che si allungava fino alla sommita' di una collina verdeggiante. Spesso gridavo spaventato perche' pensavo di essere sul punto di cadere e lo scongiuravo di non lasciarmi. Lui mi rassicurava: "Pedala, non preoccuparti, continua a pedalare che ce la fai!" Un pomeriggio, dopo tante prove, sentii di essere piu' pronto e deciso del solito. Mio padre come sempre si chino' e prese la parte posteriore della bici per sostenermi, e io cominciai a pedalare. Ad un certo punto, a meta' del vialetto, quando la collina di fronte a noi sembrava ancora piu' vicina, cominciai a pedalare con piu' energia e dissi a mio padre:"Puoi lasciare papa', si' adesso puoi lasciare, vado da solo!" Non avendo sentito alcuna risposta da parte sua, mi voltai appena. Mi aveva gia' lasciato da un pezzo. Ero felicissimo! Avevo finalmente imparato ad andare in bicicletta. Oggi, dopo tanti anni da quel giorno indimenticabile, oggi che lui non e' piu' con me, gli dico sempre, quando ho paura di cadere: "Non lasciarmi papa', ti prego, non lasciarmi mai!"
Copyright © Bruno Canale 2017 (Testo)
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