Riguardo alla legge sul Testamento biologico, approvata dal Senato il 14 dicembre u.s., preferirei non esprimere alcuna opinione personale in quanto otterrei solo l'effetto di infiammare ancor piu' le polemiche di queste ore. Vorrei pero' far notare che, oltre ad obbligare i medici ad accettare "obtorto collo" una nuova concezione dell'etica professionale, e cioe' far convivere il dovere di salvare una vita con quello di "sopprimere" una vita, c'e' una nuova esigenza che si presenta a coloro che hanno ratificato il famoso "Giuramento di Ippocrate", quel solenne giuramento (redatto in chiave moderna) che i medici sono tenuti a pronunciare prima di dare inizio alla propria attivita' professionale. Il suddetto giuramento, deliberato dal comitato centrale della "Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri" il 23 marzo 2007, elenca una serie di impegni che il futuro medico "giura" di rispettare, tra cui:
" Giuro di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale", e ancora: "Giuro di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona".
Dunque, in seguito alle novita' introdotte dalla legge che estende a tutti i cittadini la possibilita' di optare per un rifiuto del trattamento terapeutico in caso di gravi patologie, e che obbliga di fatto i medici ad uccidere un paziente su richiesta del medesimo o di un suo tutore, si rende necessario apportare delle modifiche anche al testo del famoso giuramento, mutando radicalmente la prospettiva deontologica e morale del medico, il quale sara' costretto ad impegnarsi solennemente sia a salvare la vita dei suoi pazienti, sia a sopprimerla.
Copyright © Bruno Canale 2017 (Testo)
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