Il piccolo Andrea aveva sette anni. Anche quell'anno, aiutato dai genitori, aveva scritto la sua brava letterina a Babbo Natale. La sera del 24, dopo aver deposto il Bambino Gesù nella mangiatoia, si ritirò nella sua cameretta dove dormiva insieme al fratellino più piccolo. I suoi genitori lo avevano abituato ad aspettare la mattina di Natale per aprire i doni, così l'emozione dell'attesa durava più a lungo. Dopo aver dato la buona notte alla mamma e al papà si infilò in gran fretta sotto le coperte e rimase in trepida attesa. Per quanto si sforzasse, quella notte non riusciva ad addormentarsi. Un'insolita trepidazione lo agitava impedendogli di aspettare il mattino per l'apertura dei regali. Dopo circa un quarto d'ora si alzò e scese dal letto in punta di piedi. Controllò prima che il fratellino dormisse tranquillo, poi si avvicinò alla porta della cameretta e la aprì piano piano, sbirciando fuori nel corridoio e mettendosi in ascolto. Vedeva sulla parete il riflesso multicolore dell'albero in salotto e sentì dei rumori. Sentì i passi lenti di qualcuno che trascinava un grosso pacco sul pavimento, poi un fruscio di carte e dei leggerissimi bisbigli. Doveva essere arrivato Babbo Natale! Preso da una forte curiosità uscì dalla sua cameretta perché voleva vedere che aspetto avesse. Attraversò con passo lieve il corridoio mentre il cuoricino gli batteva forte. Ebbe anche paura. Che cosa avrebbe detto a Babbo Natale se lo avesse avuto di fronte? E Babbo Natale si sarebbe arrabbiato nel vederlo in piedi a curiosare mentre lui sistemava i doni? Nonostante queste piccole preoccupazioni proseguì nella sua missione esplorativa e si spinse fin quasi all'ingresso del salotto. Uno strano rumore, come un viavai di più persone lo meravigliava. Ma quanti regali aveva portato quella notte Babbo Natale? Quanto tempo ci metteva per sistemarli sotto l'albero? E perché sentiva passi di più persone? Forse aveva portato con sé un aiutante, magari uno degli elfi che lavoravano al suo servizio. Sempre facendo strane congetture arrivò col fiato sospeso all'ingresso del salotto. Si sporse un poco oltre il bordo dell'uscio e vide...Si stropicciò gli occhi e poi li spalancò. Erano i suoi genitori! Erano proprio i suoi genitori che nella penombra colorata stavano piazzando con cura i pacchi che sembravano risplendere di mille colori sgargianti sotto le luci dell'albero. Investito da una forte disillusione tornò di corsa nella sua cameretta e andò a nascondersi sotto le coperte. Poi mise la testa sotto il cuscino e cominciò a piangere. Si sentiva tradito, imbrogliato. I suoi genitori l'avevano ingannato. Babbo Natale non esiste, per anni gli avevano raccontato solo una bugia! E lui che ogni anno gli scriveva una letterina piena di desideri. Tutto un imbroglio! Mentre singhiozzava con la faccia bagnata di lacrime sotto il cuscino sentì una mano toccargli la spalla. Poi udì una voce che lo chiamava dolcemente: "Andrea! Andrea! Non piangere". Scostò il cuscino e si voltò per vedere chi lo stava chiamando. Con gli occhi gonfi e pieni di lacrime non riusciva a distinguere bene nella penombra, ma vide un uomo che stava chinato su di lui. Un uomo con la barba lunga e lo sguardo dolce.
"Non piangere Andrea, i tuoi genitori ti amano". Disse l'uomo con una voce calda e profonda. I suoi occhi quasi brillavano nel buio. Andrea si sporse verso di lui. Una strana luce circondava quell'uomo. "Ma chi sei?" domandò Andrea. L'uomo gli sorrise e rispose: "Non mi riconosci?". Andrea disse: "Sei Babbo Natale?". L'altro sorrise teneramente e rispose: "No, non lo sono. Sei sicuro di non avermi mai visto?". Andrea rifletté un poco, e all'improvviso ricordò un ritratto ovale che si trovava sulla parete nella camera da letto dei genitori. Il ritratto mostrava un volto simile a quello dell'uomo che gli era davanti. "Ma tu sei... Gesù! ". L'uomo annuì dolcemente. Ogni sera tu mi chiami pregando e io vengo da te, nella tua stanza, ad abbracciarti". "Ma io non ti ho mai visto!" ribatté Andrea. "Mi ha visto il tuo cuore - rispose Gesù - Ogni sera vengo a dare il bacio della buonanotte a te e al tuo fratellino. Andrea lo guardava incantato. "I tuoi genitori ti vogliono un gran bene Andrea". "Ma loro due mi hanno sempre raccontato una bugia - obiettò il piccolo - Eppure mi hanno sempre insegnato a dire la verità! Quelle lettere che ho scritto non le ha mai lette nessuno!". Gesù sollevò una mano. Tra le dita reggeva l'ultima letterina che Andrea aveva scritto a Babbo Natale. Andrea guardò la sua lettera spalancando gli occhi sbigottito. " Tutti i bambini del mondo scrivono a Babbo Natale ma le loro lettere le leggo io e ispiro il cuore dei loro genitori. Anche la tua è giunta a me, e io faccio sempre in modo da realizzare i sogni dei miei piccoli. Se mi chiamerai quando avrai un sogno da realizzare verrò subito per aiutarti a farlo diventare realtà. Quando crescerai avrai desideri più importanti e più grandi, e io ci sarò sempre. Ma devi promettermi di volermi bene e di non dimenticarmi mai qualsiasi cosa accada. Me lo prometti?". Andrea era ormai senza parole. Riuscì a sussurrare soltanto un timido "Sì". Gesù gli accarezzò lievemente una guancia. Poi si sollevò in piedi e si avvicinò al letto del fratellino. Diede una carezza affettuosa anche a lui. Infine si voltò verso Andrea, lo salutò sollevando una mano e disparve nel buio. Si dileguò anche il bagliore irreale che aveva portato con sé. La cameretta ripiombò nella fitta penombra della notte. Brillavano soltanto le lucine colorate dell'alberello di Natale che vegliava in un angolo. Dopo qualche minuto Andrea scese dal letto e s'incamminò piano verso la porta della stanza. Uscì, attraversò il corridoio ancora illuminato dalle luci dell'albero in salotto. Non si sentiva più nulla, i genitori erano andati a dormire. Andrea tornò nella sua cameretta e, infilatosi di nuovo sotto le coperte, cominciò a piangere a dirotto, ma stavolta erano lacrime di gioia. Da allora in poi sulle sue letterine non scrisse più "Caro Babbo Natale" ma cominciò a scrivere "Mio caro Gesù". Tante altre lettere scrisse a Gesù nel suo cuore quando diventò adulto, e ai figli parlò sempre di un amico che avrebbe realizzato ogni loro desiderio chiedendo in cambio soltanto amore.
Copyright ©Bruno Canale 2018 (Testo)