sabato 18 agosto 2018

CREDERE IN "IO" O CREDERE IN DIO?



Talvolta il fascino e l’ammirazione suscitati da Gesù possono indurre alcune persone a vivere la Fede in modo troppo soggettivo. Il credente si affeziona così tanto a Gesù da trasferire in Lui tutti gli aspetti della propria personalità. Il Cristo diventa così l’interprete di tutte le personali aspirazioni di ogni individuo. Anzi, diventa una “proiezione” dell’individuo, il quale finisce per crearsi un Messia a “propria immagine” decisamente lontano da quello delle Scritture. Faccio questa affermazione perché mi è capitato di parlare con persone che sostenevano di amare Gesù Cristo, ma quando ho citato alcune Sue frasi tratte dal Vangelo, queste stesse persone sono rimaste sbalordite poiché il Gesù Cristo del Vangelo (cioè quello vero) evidentemente non lo conoscevano affatto. Altre persone più ostinate pensano addirittura che io menta o che mi stia sbagliando, poiché il Gesù di cui parlo non corrisponde all’idea che essi hanno sempre avuto di Lui. Questi sono solo alcuni degli effetti di una religiosità “fai da te”, sempre più diffusa al giorno d’oggi. Dunque va benissimo l’amore per Gesù Cristo in qualsiasi modo venga espresso. Ma non dimentichiamo che prima della conoscenza spirituale è necessaria la conoscenza intellettuale e dottrinale. Altrimenti si rischia di amare e conoscere solo la propria immagine riflessa nello specchio.




Copyright © Bruno Canale 2018

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