sabato 5 maggio 2018

L'AMORE E IL FRANCOBOLLO


Un vecchio nobiluomo che viveva nella sua villa di lusso in compagnia degli ultimi fedelissimi collaboratori, chiamo' una mattina uno di questi e gli disse: "Giovanni, ho un compito importante da affidarti. Vai a comprarmi un francobollo." "Un francobollo?" chiese stupito l'affezionato collaboratore. "Si', un francobollo. Mi serve entro oggi". Dopo avergli specificato che tipo di francobollo doveva acquistare, il nobiluomo lo congedo' raccomandandogli di fare presto. Nella villa c'erano in tutto dieci persone al suo servizio, e ognuna si prendeva cura di lui con affetto e riconoscenza come si fa con un anziano genitore. Anche Giovanni lo aveva sempre servito con premura e rispetto, ed era colui che da piu' tempo si trovava alle sue dipendenze. Per questo motivo si meraviglio' molto che il padrone gli avesse affidato un compito cosi' insignificante. "Non c'e' proprio nient'altro che posso fare per lei eccellenza?" (lo chiamavano tutti cosi' nella villa). "No Giovanni, ho soltanto bisogno di un francobollo per la mia lettera, e lo voglio entro stamattina." "Eccellenza, non vuole darmi anche la lettera che gliela spedisco io?" "No, questo e' un compito che daro' a qualcun altro." Davvero il poverino non si capacitava. Forse il padrone cominciava a pensare che egli stesse diventando troppo vecchio per affidargli incarichi piu' importanti, o magari non si fidava piu' di lui. In ogni modo, mentre si recava alla tabaccheria giu' in paese, decise di fargli una sorpresa. Dopo aver acquistato il francobollo passo' dal fruttivendolo e compro' due chili di arance di giardino belle profumate. Sapeva che il padrone le adorava. In tabaccheria aveva gia' comprato una scatola di sigari, di quelli che l'anziano nobiluomo amava fumare dopo pranzo seduto in poltrona nello studio. Poi, passando davanti alla salumeria, gli venne l'idea di comprare due etti di prosciutto cotto di una qualita' che il padrone prediligeva. Infine passo' dal fioraio per comprare una piantina di gerani. Il padrone li amava perche' gli ricordavano sua madre, che pure li amava e ne aveva posseduto di varie specie e colori. Con l'ingombro di tutte queste cose tra le mani, ma felice di poter dimostrare cosi' il suo immenso affetto per chi l'aveva sempre trattato come un figlio, Giovanni s'incammino' orgoglioso lungo il sentiero che conduceva alla villa.
Quando il padrone se lo trovo' davanti carico di tutta quella roba gli chiese subito: "Dov'e' il mio francobollo?" Giovanni si meraviglio' che non avesse fatto caso a tutto il resto. "Un momento eccellenza". Poso' per terra la piantina e le borse della spesa e comincio' a frugarsi nelle tasche. Cerco' in quelle anteriori e posteriori del pantalone, poi sondo' con le dita il taschino della camicia, infine affondo' le mani nelle tasche della giacca. Preso dal panico frugo' anche nella busta della salumeria e tra le arance. Niente. Non riusciva piu' a trovarlo. Il padrone lo guardava irritato e deluso. "Le chiedo scusa eccellenza, sono mortificato. Devo averlo perso". Quasi si metteva a piangere. "Giovanni, Giovanni, che mi combini? Da quando sei al mio servizio ti ho affidato tanti incarichi importanti e proprio il piu' semplice non sei stato capace di portarlo a termine?" Giovanni decise di essere sincero. "Si' eccellenza, forse proprio per questo ho sbagliato. Mi sembrava troppo semplice. Volevo fare qualcosa di piu', perche' quello che faccio per lei non mi sembra mai abbastanza". "E cosi' - rispose il padrone - questo incarico ti e' sembrato troppo banale e non certo degno dell'affetto che hai per me?" Giovanni annui'. "Ma lo sai che quel francobollo mi serviva per spedire una lettera molto importante al mio figlio maggiore che non vedo da anni? Lo so che ci sono mezzi molto piu' veloci. Ma per quello che ho da scrivergli ci vuole una lettera vergata a mano come quelle di una volta. Hai capito adesso a che cosa mi serviva il francobollo? Tu hai creduto che fosse una cosa banale, e invece per me era molto importante." Giovanni teneva lo sguardo basso e non diceva piu' nulla. "Per amor mio volevi fare qualcosa di speciale, lo so, ma in futuro cerca di non fare piu' di quello che ti chiedo, che per me e' gia' tantissimo. Io do a ciascuno di voi un recipiente da riempire con l'acqua del vostro amore. Non importa quanto sia grande il recipiente, quel che conta e' che non lo lasciate mai vuoto."

Questo apologo ha lo scopo di ricordare che il Signore ha un progetto per ciascuno di noi, e da nessuno pretende piu' di quanto sia capace di dargli. A nessuno Egli chiede di costruire cattedrali, ma semplicemente di assolvere con gioia e obbedienza i piccoli compiti che ogni giorno ci affida. Questi compiti possono sembrare piccoli a noi, ma per Lui sono gia' prove grandissime del nostro amore di figli.



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