Come sarà l'uomo del futuro? Come sarà la nostra vita quando finirà questa emergenza che fa da spartiacque tra una vecchia concezione della vita e la nuova realtà che ci attende? In questi giorni si parla tanto di "distanziamento sociale" riferendosi alla distanza da mantenere tra le persone per contenere la diffusione del virus. A dire il vero l'espressione "distanziamento sociale" poteva essere idonea anche alla vita che abbiamo condotto finora. Il comunicare con i social, con i telefoni cellulari aveva già creato una notevole distanza, una triste lontananza soprattutto tra i giovani. Oggi è proibito darsi la mano ed abbracciarsi perché sono gesti pericolosi per la nostra salute fisica. Ma in fondo questi calorosi atti di vicinanza stavano diventando molto rari anche prima. Forse dopo questa esperienza tutto ciò che appariva moderno e indispensabile apparirà superato, obsoleto, antico e inadeguato per l'uomo nuovo. Il forzato isolamento domiciliare a cui siamo costretti in questi giorni sta rendendo gli strumenti tecnologici l'unica possibilità di comunicare con il mondo. Ma quando saremo finalmente liberi tutte le possibilità che il progresso ci sta offrendo le assoceremo alla solitudine, alla paura e al dolore. L'uomo nuovo avrà bisogno di altro per comunicare con il prossimo. Un sorriso, un abbraccio, una parola viva, una distanza ravvicinata per ascoltarsi e per capirsi davvero, una salvifica stretta di mano.
Copyright © Bruno Canale 2020 (Testo)
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