sabato 21 marzo 2020

DISTANZIAMENTO SOCIALE



Come sarà l'uomo del futuro? Come sarà la nostra vita quando finirà questa emergenza che fa da spartiacque tra una vecchia concezione della vita e la nuova realtà che ci attende? In questi giorni si parla tanto di "distanziamento sociale" riferendosi alla distanza da mantenere tra le persone per contenere la diffusione del virus. A dire il vero l'espressione "distanziamento sociale" poteva essere idonea anche alla vita che abbiamo condotto finora. Il comunicare con i social, con i telefoni cellulari aveva già creato una notevole distanza, una triste lontananza soprattutto tra i giovani. Oggi è proibito darsi la mano ed abbracciarsi perché sono gesti pericolosi per la nostra salute fisica. Ma in fondo questi calorosi atti di vicinanza stavano diventando molto rari anche prima. Forse dopo questa esperienza tutto ciò che appariva moderno e indispensabile apparirà superato, obsoleto, antico e inadeguato per l'uomo nuovo. Il forzato isolamento domiciliare a cui siamo costretti in questi giorni sta rendendo gli strumenti tecnologici l'unica possibilità di comunicare con il mondo. Ma quando saremo finalmente liberi tutte le possibilità che il progresso ci sta offrendo le assoceremo alla solitudine, alla paura e al dolore. L'uomo nuovo avrà bisogno di altro per comunicare con il prossimo. Un sorriso, un abbraccio, una parola viva, una distanza ravvicinata per ascoltarsi e per capirsi davvero, una salvifica stretta di mano.








Copyright © Bruno Canale 2020 (Testo) 

giovedì 19 marzo 2020

LA TERZA GUERRA MONDIALE




È scoppiata la terza guerra mondiale, ma non è la guerra che molti profeti di sventura avevano previsto. È una guerra in cui tutte le nazioni del mondo si sono alleate contro lo stesso nemico. Nelle due precedenti guerre mondiali c'è stata una lotta fratricida che ha visto tutti perdenti. Questa volta tutti gli uomini della Terra sentono la necessità di solidarizzare, di obbedire a delle nuove regole che andranno a vantaggio dell'intera collettività. Alla fine di questa guerra sarà la dignità dell'uomo a vincere e sarà il desiderio di amore e di vicinanza il nuovo e più diffuso sentimento degli uomini del futuro. Ricordo una frase di Albert Einstein: "Non so come verrà combattuta la terza guerra mondiale, ma so come verrà combattuta la quarta: con la clava." Per fortuna non sarà così. Dalle ceneri di una vecchia e spietata concezione della vita e dell'umanità sorgerà un mondo nuovo. Il nemico del nostro tempo non è soltanto il coronavirus. Il nemico comune è il culto del denaro e del profitto a vantaggio di pochi e a danno dei molti. Questa esperienza ci insegnerà che gli uomini non sono numeri. I diversi provvedimenti adottati attualmente dal Governo a favore delle imprese, delle famiglie e della Sanità ci dimostrano che si può imboccare una direzione diversa. Questo è l'insegnamento che il Signore sta impartendo ai Suoi figli. Cerchiamo di seguirlo anche nel futuro.

"Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote." (Lc. 1, 51-52)




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domenica 8 marzo 2020

CORONAVIRUS, A QUALE NORMALITÀ VOGLIAMO RITORNARE?



Il mio desiderio in questo momento è che il virus scompaia ma che resti il fervore della preghiera e la volontà di andare in chiesa per parlare con il Signore e adorarlo. Il mio desiderio è che un giorno si possa riscoprire l'importanza di una stretta di mano e di un abbraccio, perché tutti avranno compreso che si può condividere la solitudine forzata ma anche la gioia di ritrovarsi felicemente uniti in chiesa durante la Messa come anche nel posto di lavoro o in famiglia. Il mio desiderio è che si pensi in futuro un poco di più a Dio e molto meno a sé stessi e alle inconsistenti apparenze che il mondo ci impone. In epoche molto remote, quando flagelli ed epidemie non mancavano, la religiosità era molto più diffusa sia tra i ricchi che tra i meno abbienti, sia tra i colti che tra gli analfabeti. La letteratura italiana comincia ufficialmente con una lode a Dio, il "Cantico delle creature" di S. Francesco d'Assisi, e ha il suo più solido pilastro in una monumentale opera che parla di Inferno, Purgatorio e Paradiso, la Divina Commedia. Forse l'uomo un tempo aveva una più precisa coscienza della propria caducità, del proprio essere un nulla davanti a Dio. È bene che oggi si recuperi questa sana e santa consapevolezza. Spero che quando saremo usciti da quest'incubo non torneremo alla consueta "normalità", quella normalità che fa credere all'uomo moderno di essere autonomo, evoluto, autosufficiente, indipendente da Dio, anzi che lo rende sicuro di non aver bisogno di alcun Dio. Al Signore non mancherà occasione, in futuro, per farci ricordare ancora una volta quanto siamo fragili e indifesi nel ritenerci così stupidamente forti.



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