sabato 30 dicembre 2017

CHI E' CAPACE DI NEGARE LA VERITA'?


Quando dico che Cristo e' la Verita' mi sento rispondere quasi sempre: "Questo lo dici tu, questa e' soltanto la tua verita'." Eppure non e' cosi'. Che Cristo sia la Verita' non l'ho detto io, l'ha detto proprio Lui. In nessun'altra religione c'e' mai stato qualcuno che abbia affermato con tanta forza, convinzione e autorita': "IO SONO VIA, VERITA' E VITA". Dunque non solo "Verita'" ma anche "Via e Vita". Questo non lo ha detto Maometto, non lo ha detto Mose', non lo ha detto Budda e nemmeno in tutti i 73 libri della Bibbia vi e' qualcun altro che abbia osato proclamare qualcosa di cosi' decisivo e solenne. Il problema che si pone oggi, in un tempo in cui si tende a negare l'assoluto per favorire una visione individualistica dell'esistenza, non e' quello di lasciare ad ognuno la liberta' di credere in cio' che vuole. Il problema, o meglio la sfida, e' riuscire a dimostrare che Gesu' ha torto nel dire quello che ha detto. Dunque chi nega che Gesu' Cristo sia la Verita' deve essere capace di attaccare frontalmente questa Verita' e deve essere capace di trovare degli argomenti che siano all'altezza di metterla in dubbio.









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sabato 23 dicembre 2017

BUON NATALE!

Che la Luce della Pace e della Verita' illumini sempre i nostri cuori!
Buon Natale di Nostro Signore Gesu' Cristo a tutti voi e alle vostre famiglie.

Buon Natale
Merry Christmas
Feliz Navidad
Joyeux Noël
Frohe Weihnachten
Feliz Natal
عيد ميلاد سعيد












venerdì 22 dicembre 2017

LA LINEA RETTA E IL SEGMENTO




Per capire che tipo di rapporto intercorre tra noi e Dio potremmo ricorrere ad una piccola metafora geometrica. Tutti abbiamo imparato a scuola che la linea retta e' infinita. E tutti sappiamo che invece il segmento e' la parte di una retta delimitata da due punti. Ecco: il Signore e' come una linea retta, non ha inizio e non ha fine. Noi esseri umani invece siamo come i segmenti, parti di questa linea retta. Noi siamo in Dio e Dio e' in noi. Di questa linea infinita entrano a far parte le nostre esistenze e le nostre anime; in essa le nostre anime diventano parte di qualcosa che non ha inizio e non avra' mai fine.



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giovedì 21 dicembre 2017

LA LEGGE SUL BIOTESTAMENTO E IL NUOVO GIURAMENTO DI IPPOCRATE



Riguardo alla legge sul Testamento biologico, approvata dal Senato il 14 dicembre u.s., preferirei non esprimere alcuna opinione personale in quanto otterrei solo l'effetto di infiammare ancor piu' le polemiche di queste ore. Vorrei pero' far notare che, oltre ad obbligare i medici ad accettare "obtorto collo" una nuova concezione dell'etica professionale, e cioe' far convivere il dovere di salvare una vita con quello di "sopprimere" una vita, c'e' una nuova esigenza che si presenta a coloro che hanno ratificato il famoso "Giuramento di Ippocrate", quel solenne giuramento (redatto in chiave moderna) che i medici sono tenuti a pronunciare prima di dare inizio alla propria attivita' professionale. Il suddetto giuramento, deliberato dal comitato centrale della "Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri" il 23 marzo 2007, elenca una serie di impegni che il futuro medico "giura" di rispettare, tra cui:
" Giuro di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale", e ancora: "Giuro di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona".
Dunque, in seguito alle novita' introdotte dalla legge che estende a tutti i cittadini la possibilita' di optare per un rifiuto del trattamento terapeutico in caso di gravi patologie, e che obbliga di fatto i medici ad uccidere un paziente su richiesta del medesimo o di un suo tutore, si rende necessario apportare delle modifiche anche al testo del famoso giuramento, mutando radicalmente la prospettiva deontologica e morale del medico, il quale sara' costretto ad impegnarsi solennemente sia a salvare la vita dei suoi pazienti, sia a sopprimerla.







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domenica 17 dicembre 2017

UN RICORDO DI MIO PADRE

Voglio scrivere un piccolo ricordo del mio papa' che e' volato in Cielo il 23 novembre scorso.
Avevo sette anni, eravamo in villeggiatura e stavo imparando ad andare in bicicletta. Usavo una piccola bicicletta, un modello che si chiamava "Graziella". Per i bambini che ancora non sapevano andare sulle due ruote venivano aggiunte due rotelle laterali. Mio padre penso' che fosse venuto il momento di fare a meno di quel supporto. Io avevo paura di cadere, ma lui con tanta pazienza mi seguiva tenendo con la mano la parte posteriore della bici. Mi allenavo nel pomeriggio, non lontano dalla casa della villeggiatura, in un vialetto che si allungava fino alla sommita' di una collina verdeggiante. Spesso gridavo spaventato perche' pensavo di essere sul punto di cadere e lo scongiuravo di non lasciarmi. Lui mi rassicurava: "Pedala, non preoccuparti, continua a pedalare che ce la fai!" Un pomeriggio, dopo tante prove, sentii di essere piu' pronto e deciso del solito. Mio padre come sempre si chino' e prese la parte posteriore della bici per sostenermi, e io cominciai a pedalare. Ad un certo punto, a meta' del vialetto, quando la collina di fronte a noi sembrava ancora piu' vicina, cominciai a pedalare con piu' energia e dissi a mio padre:"Puoi lasciare papa', si' adesso puoi lasciare, vado da solo!" Non avendo sentito alcuna risposta da parte sua, mi voltai appena. Mi aveva gia' lasciato da un pezzo. Ero felicissimo! Avevo finalmente imparato ad andare in bicicletta. Oggi, dopo tanti anni da quel giorno indimenticabile, oggi che lui non e' piu' con me, gli dico sempre, quando ho paura di cadere: "Non lasciarmi papa', ti prego, non lasciarmi mai!"






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mercoledì 13 dicembre 2017

QUANTO FA MALE IL CROCIFISSO?





Periodicamente, e quasi sempre nel periodo prenatalizio, riemerge la questione dei simboli religiosi nei luoghi pubblici. Il tormentone e’ che “l’Italia e’ uno Stato laico", dunque non sono graditi simboli religiosi nelle scuole, negli uffici e in ogni altro luogo che non sia di culto. A dire il vero le motivazioni ostative all’esposizione del Crocifisso in realta’ sono due, che appaiono palesemente in contrasto tra loro. La prima e’ appunto la gia’ citata scusa dello Stato laico. La seconda, invece, e’ che data la sempre piu’ massiccia presenza di bambini provenienti da famiglie di religione diversa da quella cristiana, non bisogna urtare e ferire la sensibilita’ di coloro che appunto nel Crocifisso vedrebbero un’offesa alla propria cultura e alla propria religione. Dunque dobbiamo preoccuparci della laicita’ dello Stato o di coloro che non sono cristiani? Precisiamo innanzitutto che Stato laico non vuol dire Stato che fa a meno della religione e dei suoi simboli; vuol dire semplicemente Stato non governato da autorita’ religiose ma da autorita’ laiche, civili, dunque uno Stato, come sancisce la nostra Costituzione, che garantisce la liberta’ di culto sia in pubblico che in privato (art. 19). Capito? In pubblico vuol dire che nessuno puo’ vietarmi di esporre il Crocifisso nel mio negozio, sulla parete della stanza nel mio ufficio o nell’aula in cui insegno. Precisato questo, vorrei far notare a coloro che si scandalizzano per la presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche che il Crocifisso e’ invece l’elemento piu’ innocuo che possiamo trovare nel luogo in cui vengono educate ed istruite le nuove generazioni, e che la laicita’ o neutralita’ dello Stato va salvaguardata in tutti i suoi aspetti, non solo in quello religioso. Siamo sicuri, per esempio, che gli insegnanti siano sempre cosi’ imparziali durante le loro lezioni? Ricordo che quando ero in seconda media (oggi si chiama scuola secondaria di primo grado) una insegnante di dichiarata fede e cultura comunista ci costrinse a studiare il “Manifesto del Partito Comunista” di Marx ed Engels, che certamente non era compreso nei programmi ministeriali. E’ un po’ come se un insegnante di destra ci avesse costretto a studiare il “Mein Kampf” di Hitler. Erano gli anni ‘70, anni di fuoco, ed evidentemente anche la cattedra di un insegnante poteva essere considerata un palco da comizio o una trincea. Secondo voi, inculcare nelle menti di ragazzini di dodici anni i principi fondanti del comunismo collimava perfettamente con le regole di uno Stato laico che deve offrire una formazione completa e nello stesso tempo neutrale ai propri giovani cittadini? Pur senza arrivare a simili eccessi ideologici, sono convinto che la neutralita’ e l’obiettivita’ dell’insegnamento di molti docenti vada messa in discussione ancora oggi. Inoltre, come ho gia’ precisato, il Crocifisso non mi sembra davvero l’ elemento piu’ scioccante in un’aula scolastica. Scioccanti sono gli episodi di bullismo tra ragazzi e scioccante e’ l’incapacita’ di chi dovrebbe gestirli e reprimerli. Non e’ che voglio allargare troppo il discorso, ma e’ che ancora oggi la storia del Crocifisso nei luoghi pubblici mi sembra assurda e pretestuosa. Un modo come un altro per bendare gli occhi della collettivita’ su ben altri scandali e storture che si consumano quotidianamente sotto i nostri occhi. A proposito, in tema di laicita’, spero che i nemici del Crocifisso si ricordino anche di ingaggiare la giusta lotta contro l’esposizione del calendario nei luoghi pubblici. Il calendario, per chi non se ne fosse accorto, rappresenta un altro “nefasto” simbolo cristiano. Oggi siamo infatti nell’anno 2017 dalla nascita di Cristo. Che inaudito scandalo!!



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lunedì 11 dicembre 2017

STATO LAICO E SIMBOLI RELIGIOSI

Il Crocifisso e' il simbolo del dono d'amore che Dio ha fatto agli uomini, e il Presepe fu inventato da un santo, San Francesco d'Assisi, che consacro' se stesso a questo Amore.

Vorrei ricordare a tutti, docenti e presidi compresi, che la Costituzione Italiana sancisce la liberta' di culto (art.19). Per questo motivo, chiunque proibisca l'esposizione del Crocifisso o del Presepe in un luogo pubblico, oltre a non avere nessun supporto legale per la sua decisione arbitraria, commette un atto di repressione della liberta' religiosa. In Italia non esiste alcuna legge che proibisca l'esposizione di simboli religiosi nei luoghi pubblici. Ricordatelo a tutti coloro (colleghi di lavoro, superiori o altri) che vi costringeranno a togliere il Crocifisso dalla parete. Ricordategli che questa probizione e' soltanto un abuso, un atto repressivo nei confronti della vostra liberta' di culto. La laicita' dello Stato si vede dal rispetto di tutti i simboli religiosi, non dall'eliminazione di alcuni di essi.









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venerdì 8 dicembre 2017

IL PRESEPIO


Amate quella donna, cosi' umile nel suo abbraccio;

Amate quell'uomo, cosi' casto e obbediente;

Amate quegli animali, che scaldano col loro fiato il Sole nascente;

Amate quel Bambino, nostra nuova speranza;

Amate quella stalla, da cui nasce una nuova umanita'.









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sabato 2 dicembre 2017

L'ABBRACCIO

           OGNI ABBRACCIO LASCIA L'IMPRONTA DI UN ALTRO CUORE SUL MIO









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