Quando ero bambino avevo una grande passione per il mondo degli animali. Leggevo libri sull'argomento, guardavo documentari televisivi e spesso mi facevo accompagnare da mio padre al giardino zoologico la domenica mattina. Ricordo che preferivo lo zoo al Luna-Park perché lì dentro, pur nella tristezza delle gabbie e dei recinti, mi sembrava tutto più vero, più vivo. Le rutilanti giostre del Luna-Park mi annoiavano, quel mondo di plastica e cartapesta non mi affascinava per niente. Con l'inizio dell'adolescenza vi fu un cambio di prospettiva. Cominciai a leggere racconti, romanzi, e un po' alla volta la creatura umana suscitò in me un interesse sempre maggiore rispetto agli animali. In realtà la parola "creatura" non la usavo ancora poiché non avevo ancora incontrato il Signore, ma l'essere umano cominciò ad affascinarmi, un po' per l'inevitabile identificazione personale, un po' per la complessità del suo animo che apriva nuovi e insospettabili orizzonti alle mie curiosità di adolescente. Diversi anni più tardi, dopo l'incontro con il Signore e la conseguente lettura della Bibbia, ho appreso che l'uomo è la creatura prediletta da Dio, l'unica creata a Sua immagine, e che il Signore ci ha insegnato che siamo superiori alle altre creature. Questo non per farci inorgoglire, ma per ricordarci le enormi responsabilità che abbiamo nei Suoi confronti. Ho notato che l'uomo ha sempre fatto riferimento al mondo animale per rappresentare comportamenti e sentimenti che gli sono propri. Già nelle favole morali di Esopo troviamo animali saggi e parlanti. Nel mondo dei fumetti appaiono animali che rispecchiano tutti i difetti e i pregi del comportamento umano. Topolino, la sublimazione dell'animale più inviso all'uomo, il topo, diviene un infallibile investigatore. Paperino è nella sua simpatia lo specchio dell'uomo perdente e perseguitato dalla malasorte e dal potere del capitalismo (zio Paperone) che lo sfrutta come uno schiavo. E poi nel cinema l'uomo ha proiettato nelle diverse specie animali le sue paure e forse anche la sua aggressività repressa. King Kong, un mostruoso e gigantesco gorilla che non ha eguali per dimensione ed irascibilità, incarna la furia vendicativa e pluriomicida di una natura che non si lascia addomesticare e semina panico e distruzione in una metropoli ultramoderna e fragile. E poi ancora la serie marittima dello "Squalo" che amputa arti agli inermi bagnanti, e ancora l'"Orca assassina", "Grizzly l'orso che uccide", "Tentacoli" che esalta le gesta di un polpo quasi mitologico, per non tacere degli "Uccelli" di Hitchcock che addirittura si organizzano in un insieme compatto e coeso, un vero e proprio esercito che mira all'annientamento dei poveri esseri umani (esattamente il contrario di quanto avviene nella realtà, dove è l'attività venatoria dell'uomo a fare strage di volatili). Ultimamente, leggendo i post pubblicati dagli utenti dei social, si riscontra un esasperato amore per cani e gatti con affermazioni del tipo: "Lui è più buono degli umani" "Un cane non ti tradirà mai" "Lui è l'amore della mia vita" "Bastardi sono gli uomini" etc. etc. Non ho mai condiviso la filosofia del "Più conosco gli uomini e più amo le bestie", perché sono convinto che il primo dovere di ogni uomo è quello di amare innanzitutto i suoi simili. Gli animali sono anch'essi degni di rispetto e amore in quanto creature di Dio, ma chi non è capace di amare l'uomo, dunque un suo fratello, non è capace di amare niente e nessuno. Non credo nella bontà d'animo di chi esibisce sdolcinate coccole nei confronti di un gatto e poi scrive frasi di fuoco contro i fratelli umani. Ho l'impressione che il parossistico amore per gli animali, ai quali oggigiorno vengono riservate anche tombe con tanto di lapidi e fotografie in cimiteri dedicati, serva solo a compensare l'incapacità o la paura che hanno molte persone di amare il prossimo. Un prossimo nel quale non riescono più nemmeno a identificarsi.
P. S. Ho pubblicato questo post il 24 giugno scorso. È di questi giorni la tragica notizia di un domatore, Ettore Weber, che è stato sbranato da un gruppo di tigri durante le prove del suo numero. Aggiungo questa piccola appendice al post per dimostrare quanto ho già scritto. Leggendo sul social network Facebook i commenti che molti utenti hanno lasciato circa il suddetto tragico episodio, qualsiasi persona, ma soprattutto qualsiasi "vero" cristiano non può che sentirsi accapponare la pelle. Molti augurano al domatore di andare all'inferno, e molti altri citano passi del Vangelo in cui Gesù avrebbe difeso gli animali, passi del tutto inesistenti. Ancora una volta ribadisco quanto già affermato: chi trasuda odio da ogni poro, chi non è capace di provare sentimenti di amore e di perdono verso l'uomo, ovvero verso un suo simile, non è capace di amare niente e nessuno. Nemmeno gli animali. (6 luglio 2019)
P. S. Ho pubblicato questo post il 24 giugno scorso. È di questi giorni la tragica notizia di un domatore, Ettore Weber, che è stato sbranato da un gruppo di tigri durante le prove del suo numero. Aggiungo questa piccola appendice al post per dimostrare quanto ho già scritto. Leggendo sul social network Facebook i commenti che molti utenti hanno lasciato circa il suddetto tragico episodio, qualsiasi persona, ma soprattutto qualsiasi "vero" cristiano non può che sentirsi accapponare la pelle. Molti augurano al domatore di andare all'inferno, e molti altri citano passi del Vangelo in cui Gesù avrebbe difeso gli animali, passi del tutto inesistenti. Ancora una volta ribadisco quanto già affermato: chi trasuda odio da ogni poro, chi non è capace di provare sentimenti di amore e di perdono verso l'uomo, ovvero verso un suo simile, non è capace di amare niente e nessuno. Nemmeno gli animali. (6 luglio 2019)
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