domenica 24 marzo 2019

È COLPA DELLA CHIESA?




Al giorno d’oggi si tende a giustificare la scarsa partecipazione dei fedeli alla Messa cercandone la causa negli scandali e negli errori di cui la Chiesa si è resa responsabile. La spiegazione più ricorrente è: “La Chiesa è sempre meno coerente col messaggio evangelico”. Ancora la vecchia scusa, ancora la storia della volpe che non riesce a raggiungere l’uva e dice che l’uva non è buona. Molti fedeli, distratti forse da obiettivi più mondani e allettanti, non riescono più a stabilire un serio legame spirituale con quello che la Chiesa proclama e che l’Eucaristia celebra. Questa pigrizia genera in molti individui un’invincibile avversione verso tutto ciò che riguarda l’aspetto rituale della Fede e la sua ripetizione quotidiana o domenicale. Si comincia col dire: “Sono cattolico ma non praticante”, per poi affermare: “Sono cristiano ma non cattolico”, e proseguire poi con “Io credo in Dio ma non nella Chiesa perché la Chiesa è gestita da uomini". Infine si sfocia nella deriva relativista di coloro che affermano con orgoglio: “Decido io in cosa credere. Il Dio in cui credo non è quello della Chiesa e della Bibbia. Io non accetto regole!”. Invece di capire quale deficienza interiore possa condurre a una simile autarchia, a un simile rifiuto della dimensione liturgica e comunitaria che ci invita a condividere la preghiera, l’ascolto della Parola e la gioia del Banchetto Eucaristico, gli insofferenti individualisti accusano la Chiesa di averli scandalizzati al punto da suscitare in loro un legittimo rifiuto e un desiderio di fuga. Se a costoro, come ad altri fedeli "scandalizzati", sono bastati gli errori della Chiesa per non partecipare più alla Santa Messa, vuol dire che la loro Fede non era autentica e aspettava un pretesto qualsiasi per rivelare la sua vera faccia.






Copyright©Bruno Canale 2019 (Testo) 

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