mercoledì 5 maggio 2021

DOV'È LA PIETÀ?

 

Ricordo che sono stato a Roma per la prima volta nel 1973, all'età di otto anni. Provai davvero una grande emozione, soprattutto quando mi apparve all'improvviso davanti agli occhi il Colosseo in tutta la Sua maestosità. La voce del Papa Paolo VI e la sua piccola figura bianca in lontananza (all'epoca non c'erano i maxischermi in piazza) mi suggerirono qualcosa di incantato e di surreale. Una volta entrati nella Basilica di S. Pietro mi sentii letteralmente sovrastato dalle sculture che l'adornano, ma anche dal peso dei secoli che la mia fantasia di bambino avvertiva con più forza del fascino mistico di quel luogo santo. Ricordo che in un angolo c'era una tenda, come una sorta di piccolo sipario che nascondeva qualcosa. Si trattava dello spazio normalmente occupato dalla famosa "Pietà" di Michelangelo. In quel periodo purtroppo il capolavoro non era visibile al pubblico perché sottoposto da diversi mesi a un delicato intervento di restauro. Venni così a sapere che la meravigliosa scultura di Michelangelo era stata gravemente danneggiata a colpi di martello da uno squilibrato (il fatto era avvenuto nel maggio 1972). Ricordo che avendo sentito parlare della Pietà mentre entravamo in Basilica, quando ci trovammo di fronte a quel triste spazio vuoto coperto da una tenda purpurea domandai dispiaciuto ai miei genitori: "È adesso dov'è la Pietà? Quando potremo vederla?". Questa domanda mi risuona ancora oggi malinconica nel petto ma con una differente intenzione. Dov'è finita la pietà? Quando potremo rivederla? La pietà che dovrebbe straziarci l'anima davanti al dolore dei fratelli è stata presa a martellate, è assente dalla nostra vista e dal cuore. Forse anch'essa è in fase di restauro perché troppi danni ha subìto in questo mondo così spietato fino all'inverosimile. Quando potremo ritrovarla? Soltanto la pietà può salvarci, perché se alla pietà subentra la fredda ragione ogni orrore diventerà plausibile, accettabile, ci abitueremo a tutte le ingiustizie e la sofferenza del fratello non lascerà sgorgare nemmeno più una lacrima ma solo sterili ragionamenti. Di fronte al dolore e al pianto di Maria per il Figlio morto si leverà sempre una voce senza amore e senza cuore che domanderà: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". Il segreto più profondo della Fede cristiana sta nella pietà che il buon ladrone ebbe per la sofferenza di Gesù. Di fronte a ciò che non riusciamo a comprendere dobbiamo farci condurre dalla pietà, perché solo questo sentimento consente di vedere con chiarezza tutto ciò che il Signore ha nascosto da sempre all'intelligenza del mondo.






Copyright © Bruno Canale 2021 (Testo) 

sabato 1 maggio 2021

QUANDO IL SIGNORE DECISE DI DIVENTARE PADRE

 

Nel corso della Creazione il Signore aggiungeva giorno dopo giorno elementi alla Sua mirabile opera e se ne compiaceva. Come un grande artista guarda nascere un po' alla volta il suo capolavoro Egli considerava la bontà delle cose da Lui create: "E Dio vide che era cosa buona." (Gen. 1, 10). Poteva bastare tutto questo alla Sua gioia, alla Sua soddisfazione di Creatore. Tuttavia per rendere davvero perfetto e compiuto il Creato mancava ancora qualcosa, una creatura in cui Egli potesse rispecchiarsi e sulla quale potesse riversare tutto il Suo Amore per essere ricambiato: l'uomo. Ed è così che Dio decise di diventare Padre. Forse sapeva già a quali dispiaceri sarebbe andato incontro. Fin dall'inizio sperimentò la disobbedienza dei Suoi figli, e poi assisté amareggiato all'omicidio compiuto da un fratello nei confronti dell'altro fratello, e fu soltanto l'inizio. A quanti altri crimini e tradimenti ha dovuto assistere nel tempo non smettendo mai di amarci! Noi restiamo nel bene e nel male la causa della Sua felicità. Non il cielo e la Terra potevano far palpitare il Cuore dell'Altissimo di gioia o di dolore, ma soltanto la creatura umana, l'unica che volle fare a Sua immagine. Tanto grande è stato il Suo Amore di Padre che Egli ha dato il Suo Figlio Unigenito per noi e insieme al Figlio ha sofferto, ha subìto insulti e incomprensioni, è morto. Per amor nostro il Padre ha sperimentato il dolore e la morte, ma tutto questo lo rende ancora oggi felice, perché nel bene e nel male noi continuiamo ad essere l'unica causa della Sua felicità.






Copyright © Bruno Canale 2021 (Testo)