domenica 11 aprile 2021

LA FEDE RINVERGINA LA VITA

 


Quando si è bambini si cerca di capire il mondo imitandolo. I genitori rappresentano il primo modello e, se ci sono, anche i fratelli maggiori. Quando si è adolescenti c'è voglia di esperienze forti e l'animo è pronto a fibrillare per ogni novità, per ogni conquista che ci faccia emozionare ed arricchisca il cuore di esuberante letizia. Da giovani vogliamo finalmente entrare con saggezza e sapienza nella vita, rivaleggiamo e ci confrontiamo col mondo, abbiamo ansia ed urgenza di imparare tante cose per crescere e raggiungere un traguardo importante: la realizzazione dei nostri sogni. Man mano che passano gli anni tuttavia ci chiudiamo alle nuove imprese e il coraggio di rischiare viene meno. Pensiamo di non aver più nulla da costruire e da assicurarci se non una tranquilla e serena vecchiaia. La Fede ci impone un percorso completamente diverso. Quella voglia di scoperta e di novità che caratterizza la prima parte della vita, quando il cuore è ancora vergine e affamato di nuovi sentimenti, deve essere la regola costante di chi ama Dio e ispirato da questo amore non smette mai di cercarlo e di invocarlo. Non vi è stanchezza né rinuncia per chi ama Dio e crede con entusiasmo alle Sue promesse. Nulla sarà prevedibile e scontato per chi segue la Via luminosa che porta verso il Cielo. La Fede rinvergina la vita e la fa diventare un terreno fertile in cui ogni giorno fruttifica e si compie la Grazia del Signore.



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mercoledì 7 aprile 2021

COME CANDELE SPENTE

 

Questa storia risale a un tempo assai lontano, quando gli uomini usavano ancora le candele per illuminare le proprie abitazioni. C'era una volta in una casa antica una candela che aveva paura di ardere. Essa vedeva le sue povere compagne che venivano consumate nei candelabri, sui lampadari, nelle bugie e sugli scrittoi e ne commiserava la triste sorte: ridotte a un mozzicone di cera sciolta in pianto, svanite in un dolore che consuma fino a lasciare un piccolo lago di lacrime solidificate. Lei non voleva fare quella fine. Così alta, candida, ben levigata come la lancia di un guerriero sarebbe in poche ore diventata un nulla, un ammasso informe di cera disciolta. Per questo quando i padroni di casa infilavano una mano nella scatola in cui giaceva insieme alle altre compagne, la povera candela tremava di paura, e non potendo fare nulla per sottrarsi al suo destino sperava ogni volta che non fosse arrivato il suo turno. Una sera vide una compagna infilata in una bugia di terracotta che il padrone aveva appoggiato nel ripostiglio accanto alla scatola delle candele ancora da utilizzare. Quale compassione ne ebbe! Era ormai "al lumicino". Consumava le ultime gocce di cera e muoveva debolmente la fiammella che emanava fiochi bagliori. "Compagna mia - le disse impietosita - come ti sei ridotta! Come ti hanno trattata, come ti hanno sfruttata! Eri bella e integra e ora non sei più niente. Dovrò diventare anch'io così? Perché dobbiamo esistere per così poco tempo e poi diventare un niente, perché ci hanno creato per svanire come un'effimera illusione?" L'altra candela, con quell'ultimo residuo di calore ed energia che le era rimasto rispose piano, affannando: "Mia cara amica, noi siamo state create per fare luce, non per essere complici dell'oscurità. Non sai quante cose meravigliose ho visto e ho fatto vedere alle creature umane! Ho portato luce sulla tavola della famiglia unita a cena, ho illuminato le preghiere della mamma che invocava il Signore per la felicità dei Suoi figli, le ho fatto luce mentre raccontava favole al più piccolo per farlo addormentare, e ho aiutato il padre a scrivere lettere sul suo scrittoio a un fratello che vive lontano. Che meraviglia aver sentito tante emozioni e averle illuminate! Sai, ho ascoltato spesso anche le loro parole, le confidenze che si facevano, le loro gioie, le preoccupazioni, i progetti per l'avvenire. Ho saputo inoltre che è in arrivo una luce nuova, una nuova energia che illuminerà le strade e le case. Non so bene di cosa si tratti, ma so che molto presto gli uomini non avranno più bisogno di noi come prima. Compagna mia spera che ti chiamino presto a illuminare la loro vita perché è un'emozione indescrivibile. Significa capire perché siamo state create, significa sentirsi utili, significa vedere i loro occhi smarriti nel buio che seguono pieni di gratitudine la nostra luce. Certo non vedrai sempre cose belle, ci saranno anche lacrime e sospiri dolorosi, ma la tua gioia sarà sempre grande perché porterai a tutti il conforto della tua luce." Pronunciate queste ultime parole la sua debole fiammella si spense per sempre, e un sottilissimo filo di fumo salì verso il soffitto estinguendosi velocemente nell'oscurità. La candela nella scatola meditò sulle parole della compagna da poco spirata e improvvisamente provò una sensazione nuova, le si accese dentro un desiderio fortissimo. Ebbe voglia di essere scelta subito perché voleva anch'essa illuminare gli abitanti della casa ed emozionarsi insieme a loro. Pregustò le ineffabili sensazioni che il calore della sua luce avrebbe procurato a sé stessa e alle persone della famiglia. Cominciò ad attendere con ansia che la mano del padrone la prendesse finalmente per infilarla in un candeliere, per portarla in giro nelle stanze e nei corridoi, sulla tavola in cucina, sullo scrittoio, sul comò e nella camera dei bambini, davanti al dolce sguardo della mamma che per i suoi piccoli ogni ora sospirava, sorrideva, pregava. Il desiderio di illuminare la loro vita l'avrebbe consumata fino alla sua ultima goccia di cera, fino al suo ultimo istante di felicità.

Il Signore ci ha creato per portare luce nel mondo e ardere di amore, non per vivere come candele spente.







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