giovedì 3 settembre 2020

IL SILENZIO DI SAN GIUSEPPE



Molti fedeli si meravigliano del fatto che il divino sposo di Maria non pronunci alcuna parola in tutta la narrazione evangelica. Inoltre non viene riferito nulla riguardo alla sua morte; Giuseppe era già assente alle nozze di Cana e nemmeno sotto la Croce lo ritroviamo. Sappiamo soltanto che egli esce di scena non appena Gesù comincia a rivelarsi pubblicamente come il Figlio di Dio. Tutto questo ha indotto erroneamente alcuni a pensare che egli abbia un ruolo subalterno rispetto alla Vergine e a tutti gli altri personaggi del Nuovo Testamento. Il silenzio di Giuseppe ha lo stesso peso e la stessa profondità di una parola che viene dal cuore. Egli è destinatario di quella che potremmo chiamare la "seconda Annunciazione": l'angelo rivolge a lui lo stesso annuncio rivolto a Maria per renderlo consapevole dell'immenso privilegio ottenuto da Dio e per farlo desistere dal proposito di rifiutare l'unione sponsale con Lei. Noi tutti sappiamo che il Vangelo è un testo ispirato, anzi direi di più, "dettato" dallo Spirito Santo, non può esservi dunque alcuna omissione o dimenticanza da parte di chi lo ha scritto come non troveremo nelle Sue pagine alcuna ridondanza o parola che possa apparire superflua. Il silenzio di Giuseppe assume la stessa potenza divina del "Sì" di Maria. Il suo "Sì" si traduce nell'obbedienza di chi si assume volontariamente l'onere di una paternità legale e per questo motivo ancora più cosciente e responsabile. Ma la paternità di Giuseppe non è soltanto putativa, è spirituale. A differenza di Maria che pur "non avendo conosciuto uomo" accetta questa inattesa maternità stabilendo anche un legame carnale con Gesù, Giuseppe accetta di prendersi cura di quel Figlio che viene dal Cielo e non dalla sua carne. Egli è un uomo giusto, non ha il coraggio di ripudiare la sua promessa sposa sottoponendola al pubblico disprezzo. Pur con il cuore che possiamo immaginare straziato pensa di rinunciare per sempre al coronamento del suo grande amore. Ma il Signore attraverso l'annuncio dell'angelo lo invita a non aver paura e gli fa comprendere l'enorme importanza del compito che sta per affidargli. Giuseppe accetta ed è presente come padre educatore e protettivo solo nella prima parte della vita di Gesù, quella anteriore all'inizio della Sua predicazione e del Suo rivelarsi come il Cristo. È da quel momento che non sentiamo più parlare di lui. Il padre umano che Dio ha scelto su questa Terra doveva occuparsi soprattutto della formazione, della vita familiare, lavorativa e sociale di Gesù, perché a Maria spettava invece l'eroico e appassionato compito di accompagnare il divino Figlio fin sotto la Croce. Avete notato che la voce di Giuseppe non si sente nemmeno quando il piccolo Gesù sparisce per tre giorni a Gerusalemme? Nel momento in cui finalmente lo ritrovano non è Giuseppe a rimproverarlo bensì Maria. Egli lascia alla sua divina sposa il compito di redarguire dolcemente il bambino, perché nella sua infinita umiltà di padre chiamato da Dio non osa certo rimproverare Colui davanti al quale bisogna solo inginocchiarsi. Soltanto Maria, la Piena di Grazia, poteva avere questa autorità nei confronti del Verbo.










Copyright © Bruno Canale 2020 (Testo)

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