Dopo il suo secondo gesto di “umanissima impazienza” Papa Francesco è stato ancora una volta investito da accuse e pretestuose polemiche nei social, dove notoriamente scarseggiano il raziocinio e la pietà. Ricordiamo che in Messico, nel 2016, Bergoglio rimproverò un giovane il quale, immerso nella folla di fedeli, voleva attirarlo a sé in un abbraccio esclusivo che stava rischiando di ledere l’incolumità del Pontefice. “Non essere egoista!” questo disse il Papa al giovane messicano. Alla fine dell’anno appena trascorso, dopo la Messa del Te Deum, durante il suo consueto passaggio accanto ai fedeli in piazza San Pietro il Papa è stato bloccato da una fedele asiatica che gli ha afferrato con forza il braccio per attirarlo a sé e imporgli con determinazione di ascoltarla. Egli si è mostrato dapprima dolorante poi alquanto irritato da quella presa. Con due schiaffetti si è liberato dall’autoritaria morsa di quella donna che, seppur desiderosa di comunicare qualcosa al Santo Padre, non ha certo scelto il modo più opportuno, umile e civile. Che cosa ne sarebbe del povero Pontefice se tutti i fedeli che incontra così da vicino volessero afferrargli un braccio, un lembo della talare o tutto il corpo per stabilire un contatto più forte ed intenso? Per quel che mi riguarda, anche se riuscissi solo a sfiorare una mano del Papa sarei già felicissimo. L’egoismo di taluni fedeli che vogliono il Papa tutto per sé può generare episodi come quello accaduto in piazza San Pietro. Sono convinto che anche Gesù avrebbe avuto la stessa reazione se qualcuno in mezzo alla folla gli avesse strattonato un braccio facendogli del male.
Copyright ©Bruno Canale 2020 (Testo)
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