domenica 19 maggio 2019

LA PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO


         
Dedico questo breve episodio di vita familiare a coloro che si commuovono nell'ascoltare le parole del Vangelo ma non riescono a riconoscerne il senso in ciò che accade nella vita di tutti i giorni.
Un uomo molto pio tornò a casa una sera dopo il consueto incontro in parrocchia con gli altri fedeli. Quel pomeriggio avevano commentato la parabola del figliol prodigo. Ogni volta in cui ascoltava o rileggeva la famosa parabola egli tratteneva a stento le lacrime. Le sagge parole che il padre rivolgeva al figlio così roso dall'invidia e dal dispetto nei confronti del fratello scialacquatore e dissoluto, lo commuovevano ogni volta come se fosse la prima. Anche durante l'incontro in parrocchia aveva espresso il suo sentimento di gratitudine a Gesù per averci lasciato questa meravigliosa e significativa parabola, che basterebbe da sola a convertire un cuore lontano da Dio. L'unico cruccio nella vita di quell'uomo così pio consisteva nell’avere accanto a sé una moglie non credente. Ella non riusciva in alcun modo a condividere il fervore religioso del marito. Tante volte lui l'aveva invitata a partecipare agli incontri in parrocchia ma lei si era sempre rifiutata. Nonostante ciò le parlava spesso del Vangelo e di ciò che aveva imparato dalle Sacre Scritture. Anche quella sera, mettendosi a tavola per la cena, l'uomo spiegò quali profondi e sempre nuovi significati si nascondono nella parabola del figliol prodigo. La moglie era sempre disponibile all'ascolto perché amava il marito e non voleva ferirlo. Quella sera tuttavia, mentre cenavano e guardavano la televisione, ella fu costretta ad interrompere il fervoroso discorso che il marito stava facendo perché qualcosa aveva improvvisamente attirato la sua attenzione. In televisione stavano trasmettendo un programma d'intrattenimento nel quale, tra i vari ospiti, c'era un famoso cantante del passato che non calcava più le scene ormai da molti anni. Il famoso cantante, afflitto da seri problemi economici, aveva deciso di presentarsi davanti alle telecamere per fare un pubblico appello. Il suo volto in primo piano sullo schermo rivelava una condizione assai triste. La donna fece notare al marito quanto fosse invecchiato e che aspetto patetico e penoso aveva adesso quell’uomo, completamente diverso da quando era sulla cresta dell'onda e vendeva milioni di dischi. Lui prese il telecomando e alzò il volume per sentire meglio. Il vecchio cantante stava raccontando con molta tristezza le vicissitudini della sua esistenza e del suo declino come artista. Diceva di aver avuto tutto quello che un uomo può desiderare: soldi, successo, belle donne. Adesso però se la passava assai male, era pieno di debiti, e a causa di una cattiva gestione del proprio denaro e di false amicizie che l'avevano tradito si era ritrovato solo, povero e disperato. Era andato dunque in televisione per fare una pubblica richiesta di aiuto e per chiedere un sussidio allo Stato, considerate le sue precarie condizioni economiche che gli impedivano di avere una vita dignitosa. Il marito, sentite le parole del cantante caduto in disgrazia, non poté fare a meno di commentare stizzito: "Ma tu guarda un po' questo. Certo che ci vuole una bella faccia tosta. C'è tantissima gente che a stento riesce ad arrivare a fine mese e vive comunque con dignità senza aver bisogno di fare pubblici appelli in televisione. Poteva pensarci prima, quando aveva tanti soldi, gloria e belle donne, invece di ridursi a implorare in televisione un aiuto dallo Stato. Io lavoro da tanti anni e mi ci vorrebbero tre o quattro vite per accumulare tutta la ricchezza che lui possedeva e che ha sperperato irresponsabilmente". Quando ebbe finito di parlare si accorse che la moglie lo fissava." Che cosa c'è - le chiese - non sei d'accordo con me? Ho detto qualcosa di sbagliato?". Lei sorrise divertita e poi disse: "Sai, mi ricordi qualcuno". "Ti ricordo qualcuno? E chi? " domandò incuriosito. "Mi ricordi il fratello del figliol prodigo". Il marito la guardò stupito. "Vedi - continuò lei - io non sono credente ma tu mi hai parlato tante volte di questa parabola e alla fine qualcosa l'ho imparata anch'io. Il fratello del figliol prodigo, tornato dai campi vede che suo padre sta dando una festa in onore del figlio scapestrato il quale, dopo aver dissipato tutta la sua parte di eredità, torna a casa disperato e povero. E che cosa dice il fratello più saggio, più assennato, colui che è rimasto accanto al padre a spezzarsi la schiena per lavorare la terra? Dice che lui si è comportato sempre bene, non lo ha mai abbandonato, ha lavorato duramente senza tuttavia ricevere mai alcuna attenzione particolare dal genitore. Quell'altro invece, che ha sperperato tutto in donne e vizi adesso pretende pietà e considerazione. Tu hai parlato poco fa esattamente come lui e nemmeno te ne sei accorto". Il marito rimase in silenzio. Si sentì mortificato da queste parole e lei se ne accorse. Aggiunse dunque con dolcezza: "Scusa, non volevo giudicarti, ho solo espresso il mio pensiero." L'uomo capì invece che la moglie aveva detto delle cose giustissime e sacrosante. Egli non era stato capace di provare misericordia nei confronti di un uomo caduto in disgrazia e lo aveva giudicato secondo la logica del mondo, che non è la logica di Dio. Si accorse dunque che le parole di sua moglie erano state suggerite dal Signore, affinché egli comprendesse il grave errore che aveva commesso come cristiano nel non provare misericordia verso un fratello disperato.
Troppo spesso la saggezza che ci viene dal mondo impedisce al nostro cuore di provare pietà verso i fratelli che sbagliando hanno causato la propria rovina. Ci sentiamo in diritto di giudicare con severità i loro errori invece di comprenderli e di perdonarli. E' questo che Gesù ha voluto insegnarci con la parabola del figliol prodigo.
 


    
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lunedì 6 maggio 2019

LE VERITÀ NEGATE



Oggi, più che in ogni altro tempo, vi è l'urgenza di ristabilire e riaffermare le verità che tutti abbiamo sempre conosciuto ma che il mondo si sta sforzando di negare. Si ha la sensazione di dover ricordare a tutti che il sole brilla alto nel cielo, che la notte segue al giorno e che il mare bagna la Terra. E così urge il dovere di ricordare a tutti che per un bambino ci vogliono un padre e una madre, che le guerre non bisogna farle, che le armi non bisogna fabbricarle e che per essere felici dobbiamo evitare le scelte che ci rendono infelici. Tutto ovvio, scontato, banale. Eppure sembra che una strana corrente sotterranea, strisciante, subdola come un vento sottile e malefico che entra nei pensieri stia riuscendo a rimettere in discussione perfino le cose più banali del mondo. Le evidenze non sono più evidenze ma principi superati; i valori sono convinzioni antiche da cambiare; la follia diventa plausibile normalità. Il bersaglio preferito di questa "revisione" modernista di principi e valori, per chi non se ne fosse ancora accorto, è il messaggio di Cristo, è la Croce, è la Fede cristiana. Essa non viene colpita soltanto con cieca e sanguinaria violenza lì dove i cristiani sono in minoranza, bensì viene considerata quasi una vergogna da additare ed emarginare anche lì dove i cristiani sono ufficialmente la maggioranza. Papa Francesco ha detto che non bisogna essere "cristiani tiepidi". Al giorno d'oggi, per paura di essere accusati di fanatismo ed intolleranza i cristiani stanno diventando addirittura "gelidi". L'ostilità al Crocifisso, anche se per il momento manifestata solo a parole, sta diventando così ordinaria da convincere perfino quelli che non si erano mai interessati all'argomento. E così parlare del Vangelo e mostrare il Crocifisso fa scandalo perché significa non rispettare le altre religioni. È un po' come se mi venisse proibito di parlare della donna che amo e di mostrare con gioia la sua fotografia perché questo potrebbe risultare offensivo per le altre donne. Dire che Cristo è la Verità sta diventando addirittura pericoloso, al punto che molti cristiani stanno cominciando a sostenere che l'importante è amare ed essere buoni indipendentemente dal proprio credo religioso. Prudenza? Saggezza? Paura? Come sostenevo all'inizio bisogna riaffermare e ristabilire tante verità a cui eravamo stati abituati fin da piccoli, verità che facevano parte della nostra morale e del nostro spirito, del nostro patrimonio individuale e collettivo, della nostra memoria, della nostra vita. I bambini hanno bisogno di un padre e di una madre, le guerre non bisogna mai farle, il sole brilla alto nel cielo. Cristo è VIA, VERITÀ E VITA.





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domenica 5 maggio 2019

UNA CROCE ROSSA... DI SANGUE



Al consueto modo di dire "Sparare sulla Croce Rossa" per indicare chi colpisce qualcuno che non ha la possibilità di difendersi si dovrebbe sostituire oggi il più attuale "Sparare sulla Croce di Cristo". Sparare su quella Croce che non sa né offendere né difendersi perché è stata innalzata soltanto per amare. Sparare su quella Croce che dà ancora scandalo perché la Luce e l'amore che è capace di irradiare fanno paura. In un mondo nel quale gli uomini tengono abitualmente alta la guardia stringendo minacciosamente i pugni verso il fratello, il Signore allarga ancora le braccia perché è disposto ad accettare tutto pur di non rinunciare al Suo Amore verso l'umanità. Ciononostante su quella Croce si continua ancora a sparare con le armi e con le parole. Su quella Croce ancora oggi rossa. Rossa di sangue.








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