venerdì 19 marzo 2021

"PERCHE' MI PERCUOTI?"


Una delle frasi più famose del Vangelo, quell'invito che appare così assurdo alla logica del mondo, è l'esortazione di Gesù a "porgere l'altra guancia". Sfido chiunque a dimostrarmi di non aver accettato "con riserva" questo invito del Maestro. Sappiamo inoltre che i nemici della Fede cristiana, coloro che provocano i credenti con grande malizia, spesso fanno appello a questo insegnamento di Gesù dicendo che se siamo dei veri cristiani dobbiamo accettare insulti e percosse senza opporre la minima resistenza. La perversa logica del mondo ha trasformato "Porgi l'altra guancia" in una frase che piace molto agli schiaffeggiatori. Eppure in un'altra situazione del Vangelo, quando Gesù riceve uno schiaffo da una guardia per aver risposto con troppa audacia al sommo sacerdote, sappiamo che Egli reagisce con una domanda precisa e disarmante. "Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?»" (Gv. 18, 23). "Perché mi percuoti?". Questa domanda mette chi ci colpisce di fronte alle proprie responsabilità. Una domanda che vale quanto un castigo divino. Una domanda che nella sua apparente delicatezza contiene la più dura accusa a chi opera il male. Gesù avrebbe potuto rivolgere la stessa frase a coloro che decisero di farlo crocifiggere, a coloro che si indignarono nella sinagoga davanti alle Sue parole, a coloro che lo accusavano di bestemmiare e perfino di essere un indemoniato. Il Signore potrebbe rivolgere le medesime parole ancora oggi a chi nega la Verità da Lui proclamata o a chi lo insulta bestemmiando. Se anche noi invece di reagire con rabbia ponessimo la stessa domanda a coloro che ogni giorno ci fanno del male, i nostri "schiaffeggiatori" molto probabilmente non saprebbero che cosa rispondere.

"Perché mi percuoti?"







Copyright © Bruno Canale 2021 (Testo) 

lunedì 15 marzo 2021

AI MIEI FRATELLI NON CREDENTI


Voi che non credete sostenete che Dio non esiste perché la condizione umana è molto triste: essa è fatta di cattiverie, di sofferenze fisiche e morali e infine di morte. Eppure voi stessi riconoscete che nel mondo esistono l'amore, l'amicizia, la felicità; ne siete tanto convinti che queste cose meravigliose le desiderate e le cercate fortemente ogni giorno della vostra vita. Ma se la condizione umana è così irrimediabilmente triste al punto da indurvi a non credere in Dio, allora da dove vengono l'amore, l'amicizia, la felicità? Chi vi induce a desiderare questi sublimi sentimenti che riscattano l'uomo da tutte le sue insopportabili miserie? C'è senz'altro qualcosa di più grande, qualcosa che trascende la nostra condizione terrena ed eleva il cuore ad altezze imponderabili, qualcosa di talmente immenso e luminoso da sembrarci irraggiungibile. Questo "qualcosa" tocca ogni creatura con i raggi del Suo Amore. Questo "qualcosa" si chiama Dio.



Copyright © Bruno Canale 2021