venerdì 15 gennaio 2021

IL RELATIVISMO, UNA MENZOGNA FACILMENTE CONFUTABILE

 


"Così è (se vi pare)" recita il titolo di una famosa commedia di Pirandello. Questo titolo così semplice e ammiccante è già un piccolo manifesto del relativismo, quella corrente di pensiero che cominciava a farsi strada nel ventesimo secolo come frutto di una sempre crescente perdita di valori e di riferimenti precisi, un canceroso processo spirituale che è alla base della crisi dell'uomo contemporaneo. Il dubbio è stato "istituzionalizzato" al punto da diventare una prova di estrema intelligenza, mentre ogni certezza assoluta viene stigmatizzata come manifesta dimostrazione di ottusità e di fanatismo. Questa perdita di valori assoluti e inoppugnabili non poteva risparmiare la religione, anzi, la religione è diventata il principale bersaglio del pensiero relativista. Se in altri contesti, come ad esempio la politica e lo sport, è tollerata ogni forma di schieramento e di incrollabile ed estremistica fede, in ambito religioso viene richiesta la massima accondiscendenza ed elasticità in nome della tolleranza e del reciproco rispetto. Tuttavia, se prendiamo in considerazione le tre grandi religioni monoteiste, Ebraismo, Cristianesimo e Islam, non possiamo ignorare che esse si sono sviluppate su un terreno comune: la Bibbia. Ebrei e cristiani condividono il Pentateuco, i primi cinque libri della Sacra Scrittura, mentre il Corano trova nella Bibbia dei cristiani e degli ebrei il suo humus, la sua linfa, la sua ispirazione. Queste tre grandi confessioni che contano miliardi di fedeli in tutto il mondo vengono chiamate anche "religioni abramitiche", perché i loro seguaci riconoscono in Abramo il comune capostipite. Ecco dunque che non esistono confini così invalicabili, muri così alti e spessi da non poter essere abbattuti. Io sono cristiano e certamente difendo la Verità proclamata e rappresentata dalla Persona di Gesù Cristo, ma ciò non vuol dire che io neghi le altre verità ispirate dall'unica incontrovertibile Verità, quella contenuta nella Sacra Bibbia. Gesù stesso afferma che Egli non è venuto per cancellare il passato e la tradizione, ma per renderli perfetti. "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento." (Mt. 5, 17). Ogni dubbio fine a se stesso, ogni dubbio che non trovi sbocco nell'accettazione di una verità assoluta finisce per creare soltanto angoscia e smarrimento. Alla fine della citata commedia di Pirandello entra in scena una misteriosa donna velata che si presenta al pubblico come "la verità". Ella sostiene di non esistere perché dice di sé stessa: "Io sono colei che mi si crede" ma "per me nessuna, nessuna". Questa donna così misteriosa è portatrice di un falso assioma. Il fatto che non tutti gli uomini della Terra la pensino allo stesso modo non implica la totale assenza di una Verità che possa essere condivisa da tutti. L'oscura dama che conclude la commedia di Pirandello può essere assunta come emblema del relativismo moderno. Io tuttavia voglio guardare da un'altra parte. Voglio guardare alla luminosa presenza di Colui che ha proclamato di sé stesso con voce limpida, autorevole e sincera, con l'audacia e l'incontrastabile fermezza di chi non verrà mai smentito né dagli uomini, né dal tempo, né dai cambiamenti della storia: "IO SONO VIA, VERITÀ E VITA". 







Copyright © Bruno Canale 2021 (Testo)