mercoledì 31 ottobre 2018

RIPASSA DOMANI, PER LA FESTA DI TUTTI I SANTI



Spesso il diavolo fa il verso al Signore cercando di imitarlo. Non fa questo certo con l'intenzione di seguirlo ma di sostituirsi goffamente a Lui. Per tale motivo è stato definito "la scimmia di Dio". E così per lui ogni mezzo è lecito per distrarre gli uomini dalla Verità e condurli verso la menzogna. Il Signore ha detto: "Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli", ed ecco dunque che Satana nel tempo presente sta usando l'innocente tenerezza dei bambini mandandoli per le case travestiti con lugubri ed inquietanti costumi che inneggiano all'orrore e alla morte. Tutto questo deve apparire come un innocente e simpatico gioco al quale tutti dovranno abituarsi. Egli si serve di qualsiasi mezzo per trascinare gli uomini verso la colpa, anche di quello che sembra un gioco da bambini o una festa innocua. A tale riguardo ho una piccola proposta che potrebbe servire a educare le nuove generazioni a cercare la bellezza della Vera Luce e a non inseguire le tenebre della stupidità. La sera del 31 ottobre, quando i bambini verranno a bussare alla vostra porta imbruttiti dai più lugubri costumi per chiedere dolciumi e caramelle, non gli aprite. Chi di voi aveva messo da parte qualche dolcetto da donar loro, gli faccia trovare un cartello sulla porta con su scritto un avviso: 
"RIPASSA DOMANI, PER LA FESTA DI TUTTI I SANTI".






Copyright © Bruno Canale 2018 (Testo) 

domenica 21 ottobre 2018

LA RISATA DI GESU'






Spesso sento discutere le persone su un argomento a mio avviso del tutto irrilevante e frivolo: se Gesù abbia mai riso e scherzato. A tale riguardo mi viene in mente una cosa che oggi farebbe ridere molto Nostro Signore. Di tutte le definizioni che sono state date di Lui ne esiste una che ho sentito tante volte e che addirittura venne usata tempo fa da un partito politico durante la propaganda elettorale: "Gesù è stato il primo socialista della storia". Sappiamo tutti che Egli un giorno chiese ai discepoli chi pensavano che Lui fosse, e sappiamo che Pietro diede la risposta più veritiera ("Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente") al punto che Gesù lo consacrò Pietra su cui avrebbe edificato la Sua Chiesa. Fu Gesù stesso, inoltre, a dare di sé diverse illuminanti definizioni: pane della vita, acqua che disseta, porta che conduce alla salvezza, Buon Pastore, Via Verità e Vita. Immaginate adesso che Egli torni sulla Terra ai nostri giorni e rifaccia la medesima domanda agli uomini del nostro tempo: "Voi chi dite che io sia?". Ecco, già immagino qualcuno che entusiasta alza la mano e con piena convinzione esclama: "Il primo socialista della storia!". Allora sì che potremmo vedere Gesù ridere. Ma ridere davvero di cuore.





Copyright © Bruno Canale 2018 (Testo) 

venerdì 5 ottobre 2018

IL SOGNO DELLA BAMBINA





Un uomo anziano si trova sul letto di morte. Il suo unico figlio siede accanto a lui tenendogli la mano. Il vecchio guarda il figlio dal sottile spiraglio delle palpebre che rivelano appena uno sguardo stanco.
"Figlio mio..." L'uomo stringe la mano del figlio e raccoglie tutte le sue forze per dirgli qualcosa di importante. Sa che ha poco tempo e deve scolpire ogni parola, quasi come se dettasse le ultime volontà alla mano di un notaio. Ma il notaio è suo figlio, e il vecchio vuole scrivere nel cuore di lui, scrigno delle proprie confessioni. Egli non ha mai creduto in Dio. Le amarezze e le delusioni della vita lo hanno indotto a maturare una triste e sconsolata saggezza che adesso vuole trasmettere a chi resta. "Figlio mio, devi stare molto attento." "A cosa papà?" Ed ecco che il vecchio morente fa un nutrito elenco di tutte le insidie e i pericoli del mondo. "Non ti fidare di chi si dice amico; non ti fidare di chi ti propone grossi affari in nome dell'amicizia e del buon senso; non ti fidare di chi ti promette grandi ricompense e soddisfazioni; non ti fidare di..." la lista va avanti. E' molto lunga. Il vecchio continua finche' ha un po' di fiato in gola. Alla fine, ormai esausto, offre l'ultima consapevolezza amara al figlio. "Non credere alle sciocchezze che ti raccontano su un Dio che ama i suoi figli e li salva. Non esiste nulla. La vita me lo ha insegnato. Esiste solo la nostra volontà. E' quella che conta. Tutto il resto sono favole stupide che ci hanno raccontato per distrarci dai problemi veri della vita." Il figlio annuisce tristemente. Non sa cosa rispondere. Ma poi capisce che non deve rispondere nulla. Deve solo ascoltare. Quelli sono gli ultimi istanti di vita del genitore. Qualsiasi cosa dica gli darà sempre ragione. Anche così manifesta il suo affetto. Alla fine del lungo e amaro elenco di raccomandazioni, l'uomo si addormenta tranquillizzato, sicuro del fatto che il figlio saprà fare tesoro dei suoi preziosi insegnamenti.

Sono passati due anni e il giovane, che adesso è felicemente sposato, ricorda ancora le parole amare del genitore ma sente in cuor suo che quegli insegnamenti non sono del tutto veritieri. Certo la vita ha dato anche a lui qualche delusione, ma egli è sempre andato avanti senza mai trasformare i sassolini in insostenibili macigni.
Una notte il giovane sogna suo padre. Non lo aveva mai sognato da quando era morto. Sta seduto in un giardino pieno di fiori, su una panchina bianca di ferro battuto, circondato da una luce irreale. Porta sul capo un cappello di paglia. In vita non ne aveva mai indossato di simili ma qualche volta aveva detto che avrebbe voluto comprarne uno. Ha un'espressione serena come non gliel'aveva mai vista quando era vivo. Nel volto rilassato si fa spazio un sorriso insolito per lui. "Figlio mio" comincia a dire con una voce quasi eterea, anch'essa irriconoscibile. "Figlio mio - riprende in tono pacato e affettuoso - Ricordi tutto quello che ti dicevo quando stavamo ancora insieme? Tutte le cose che ti ho insegnato sulla vita? Ebbene, è tutto falso. Ho sbagliato tutto. Perdonami figlio mio, e dimentica tutto ciò che ti ho detto. Io non avevo alcuna fede se non nei falsi principi inventati dagli uomini. La Verità esiste ed è infinitamente più grande delle nostre meschine e povere convinzioni. Figlio mio, non imparare le astuzie del mondo! Resta piccolo, torna bambino! E' questa la strada giusta da intraprendere: semplicità, ingenuità, candore." Poi si volta alla sua sinistra e chiama qualcuno facendogli cenno di raggiungerlo. Una bambina appare all'improvviso e gli si avvicina. Il padre, rivolto alla bambina e indicando il figlio le dice: "Forza, saluta papà!" La bimba, dell'apparente età di quattro o cinque anni, bionda, con uno strano vestitino bianco adornato di trine e nastrini rosa, solleva una manina e sorridendo accenna un saluto timido ma non dice nulla. Sorride pudica e guarda altrove, come se fosse ansiosa di ritornare ai suoi giochi.
Quando ha provato a raccontare il sogno alla moglie o a qualche amico nella speranza di essere aiutato a comprenderne il significato, tutti gli hanno detto che non doveva darsi pena, perché i sogni rappresentano solo il risultato di una rielaborazione onirica delle nostre emozioni e delle esperienze vissute. Questo può essere vero nella maggior parte dei casi, ma non nel suo. Dopo alcuni anni da quella notte, infatti, un evento eccezionale gli ha dato la prova che l'uomo col cappello di paglia apparso nel misterioso giardino era davvero il padre, e non un frutto della memoria o dell'immaginazione.
Tutto è accaduto nel giorno del compleanno di sua figlia Monica.

                                                         II                                                                             
Monica è una bellissima bambina. Questa splendida creatura ha illuminato di gioia la sua vita! Oggi Monica compie cinque anni. La suocera è venuta a trovare la nipotina portandole un regalo abbastanza originale e insolito. Un vestitino antico che apparteneva alla nonna, risalente all'inizio del '900. "Mettiglielo subito! - dice rivolta alla figlia - E' proprio della sua misura. Le starà un amore!".
Ecco la sua bambina davanti alla torta. Spegnerà le candeline con quel vestitino che la fa assomigliare a un'antica bambola di porcellana. "Sai che foto stupende verranno!" dice la suocera ammirando estasiata la nipote. Anche l'uomo ammira la bambina che indossa vezzosa quel vestitino antico adornato di trine e nastrini rosa che si armonizza così splendidamente con i suoi capelli biondi. Quando finalmente viene il momento di spegnere le candeline, un lampo nella memoria lo fa tornare indietro nel tempo. La misteriosa bambina del sogno che era apparsa accanto a suo padre, quell'aggraziata creatura che indossava un vestitino così particolare. Ecco, adesso ce l'ha davanti agli occhi. Il padre gliel'aveva mostrata mentre stava seduto sulla panchina bianca in quello strano giardino luminoso. Era proprio lei, è proprio lei: è sua figlia! Egli fa forza su di sé per non rendere visibile a tutti la grande emozione che lo sconvolge. Ma come è possibile tutto questo? Adesso risente anche le parole del padre pronunciate con una voce nuova: "Figlio mio, non imparare le astuzie del mondo. Resta piccolo, torna bambino!". Senza dubbio quelle parole gli sono state rivolte da qualcuno che ormai risiede in un luogo meraviglioso fatto di Luce e di Verità. "Su Monica, gioia di papà, spegni le candeline con un bel soffio forte forte!". Il sorriso del padre, seduto sulla panchina bianca in quel giardino fiorito circondato da una luce irreale, gli appare di nuovo davanti agli occhi nel momento in cui la figlia sta per spegnere le candeline. Adesso lo vede felice, non ha più sul volto la rabbia e l'amarezza che gli venivano dal mondo. Adesso è finalmente nella Verità.







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